
Margherita, custode vivente dell’anima di Scanno
In poche settimane, Scanno, il borgo montano abruzzese celebre per il suo lago a forma di cuore e il tradizionale costume, sontuoso e austero, ha perso due delle sue ultime custodi. Con la scomparsa delle ultranovantenni Adelia e Anna, sorelle che indossavano l’antico abito tradizionale, Margherita Ciarletta, quasi 94 anni, rimane l’unica vivente a portare avanti una tradizione secolare. Questo costume, simbolo di un’identità radicata, potrebbe presto essere candidato come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco, grazie alla sua storia e alla risonanza globale, amplificata dagli scatti di fotografi come Hilde Lotz-Bauer, Henri Cartier-Bresson, Ferdinando Scianna, Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli e Renzo Tortelli.

Dal 1949, quando aveva appena diciotto anni, Margherita ha scelto di indossare l’abito tradizionale, sia nella versione quotidiana che in quella festiva, senza mai abbandonarlo, nemmeno per mietere il grano o mungere le mucche. “Non mi è mai passato per la mente di cambiare stile, e nessuno mi ha mai obbligata a indossarlo. A mio marito, poi, non piaceva nemmeno”, racconta all’ANSA nel giorno del funerale della sua amica Anna.

Margherita non ha mai provato i pantaloni né ceduto al desiderio di cambiare. Ha lasciato Scanno solo in rare occasioni: un breve viaggio di nozze a Roseto degli Abruzzi nel 1951 e un viaggio a Pisa per la laurea del figlio. “Dopo la discussione della tesi, mio figlio ci portò a vedere la Torre di Pisa. Ma i turisti guardavano più me che la torre, chiedendomi foto e facendo domande”, ricorda con un sorriso.

Madre di tre figli, Margherita porta con sé il dolore per la perdita di una bimba di sette mesi, morta di polmonite: “Bastava una penicillina per salvarla, ma non ce l’avevamo”. Nonostante le difficoltà, si considera pienamente realizzata: “Ho vissuto la vita che volevo. Ognuno può fare ciò che desidera. Non cambierei nulla, ho avuto mio marito accanto per 74 anni”.

La sua finestra, affacciata su un vicolo storico di Scanno, è diventata un’icona. Centinaia di volte le è stato chiesto di affacciarsi per una foto, con il caratteristico “cappellitto” o il tradizionale fazzoletto in testa. Proprio in quel vicolo, nel 1955, Margherita vide Silvana Mangano, in paese per le riprese di Uomini e lupi.
Oggi, la sua routine è semplice ma serena. “Mi sveglio quando voglio, non prima delle nove, e trovo il latte caldo che mi prepara mio figlio”, che non la lascia mai sola. Margherita cucina ancora ogni giorno, preparando piatti tipici come maccheroni e “cazzillitti”, gli gnocchi di Scanno. “La mia vita è quella di sempre. Il mondo là fuori? Non mi interessa per niente”.
Sul costume, che definisce “bellissimo”, non ha rimpianti: “Prima lo portavano tutte. Se le ragazze di oggi non lo indossano, che ci vuoi fare, è una loro scelta”. Lucida e pragmatica, Margherita non si sbilancia sui cambiamenti della società: “Alle nuove generazioni non darei consigli, tanto non ascoltano. Il segreto per arrivare alla mia età? Solo la buona fortuna del Signore”.










