
Un omaggio alla cultura come motore di rinascita per le aree interne. È stato questo il fulcro della giornata al MuDi – Museo Diffuso del Parco Sirente Velino, a Goriano Valli, frazione di Tione degli Abruzzi, che ha visto protagonista la grande scrittrice Dacia Maraini. Nel corso dell’evento, Maraini ha ricevuto il prestigioso Sirente Awards, un riconoscimento simboleggiato dalla statuetta del Guerriero di Capestrano, per il suo contributo alla cultura e alla valorizzazione del territorio.
“L’Abruzzo interno ha una purezza e una qualità straordinarie, che altrove si sono perse. Deve puntare sulla cultura, la sua vera e preziosa materia prima”, ha dichiarato Dacia Maraini durante la cerimonia. “Visitare le stazioni di questo museo diffuso mi ha commossa: è una testimonianza di amore per il territorio, della voglia di raccontare la sua storia e i suoi valori, e di fiducia per il futuro”.
Il MuDi, con le sue 16 stazioni sparse nel Parco Sirente Velino, rappresenta un progetto innovativo che unisce storia, tradizione e visione, coinvolgendo i visitatori in un viaggio esperienziale nel cuore del territorio. La scrittrice, vincitrice del Premio Campiello e del Premio Strega, ha presentato il suo ultimo libro, “Diario degli anni difficili – con le donne di ieri, oggi e domani” (Solferino Editore), affrontando temi cruciali come gli abusi, i femminicidi e la condizione femminile. Durante la presentazione, moderata dal giornalista Luca Tomassoni, Maraini ha sottolineato l’importanza della libertà e dell’autonomia per le donne:
“Il problema nasce quando l’uomo considera la donna una sua proprietà privata. L’amore non giustifica mai il possesso. Una donna deve essere libera di dire: ‘Vado via’, ‘Non ti amo più’”.
Maraini ha inoltre ricordato figure di donne artiste e scrittrici dimenticate dalla storia, come Frida Kahlo, Artemisia Gentileschi e Camille Claudel, simboli di talento e resilienza, spesso schiacciati da pregiudizi e posizioni di potere maschili.



Tra le stazioni visitate da Maraini, particolarmente significativa è stata quella della Cantina Annonnasè, dedicata alle donne di Goriano Valli, esempio di resilienza e coraggio. Come spiegato da Fausto Di Giulio, ideatore del MuDi e fondatore di Rex Roundtables Emea, la stazione è un omaggio alle donne che, nei momenti più difficili, hanno mantenuto salde le comunità locali, contribuendo alla loro emancipazione.
“La cultura è il fulcro del nostro futuro – ha dichiarato Di Giulio – e il MuDi è un esempio di come un progetto territoriale possa essere un modello di coesione sociale, innovazione e sviluppo”.
La giornata ha incluso anche un workshop sul tema “La Cultura per i leader e i leader per la cultura”, con un approccio basato su Futures Studies & Corporate Foresight e il metodo del Rex Peer Advisory Board. L’obiettivo è quello di co-creare scenari desiderati per il 2035, affrontando sfide come lo spopolamento e progettando nuove prospettive per l’intero Abruzzo interno.
Tra i casi studio presentati:
- Assunta Perilli, archeologa e fondatrice della Fonte della Tessitura a Campotosto, che ha riportato in vita le antiche tecniche di lavorazione della lana, del lino e della canapa.
- Adriana Tronca, imprenditrice agricola che ha scelto Goriano Valli per fondare Vigna di More, un progetto innovativo che combina tradizione e sperimentazione.
L’evento, patrocinato dal Parco Regionale Sirente-Velino e dal Comune di Tione degli Abruzzi, ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo imprenditoriale, culturale e politico. Tra questi:
- Sergio Galbiati e Raimondo Castellucci della Fondazione Hubruzzo.
- Gino Bucci, noto come “L’Abruzzese fuori sede”.
- Stefania Mariani, sindaco di Tione degli Abruzzi.
- Imprenditori e operatori locali come Massimo Pedone (Cooperativa Cuore delle Valli), Paolo Setta (Cooperativa Il Bosso), e Maria Grazia Guidone, creatrice della stazione Annonnasè.
Dacia Maraini ha concluso la giornata con un invito alla riflessione: “Non amo i proclami o i messaggi imposti. Voglio far riflettere con la forza della scrittura”.
Grazie a iniziative come il MuDi, il territorio abruzzese dimostra che la cultura può essere il motore di un rilancio sostenibile, basato sulla valorizzazione delle sue radici e sulla creazione di nuove opportunità per le generazioni future.