
Sono Simona Dolce, con Il vero nome di Rosamund Fischer (Mondadori), Marzio Breda e Stefano Caretti, con Il Nemico di Mussolini (Solferino), e Francesca Mannocchi, con Sulla mia Terra (DeAgostini), i tre autori che le giurie popolari del Premio Croce hanno scelto per la narrativa, la saggistica e la letteratura giornalistica. A scegliere i vincitori sono state ben 60 giurie popolari, composte da studenti di 45 scuole superiori da tutta Italia, dalle Università della terza età, da tre istituti penitenziari e da associazioni culturali provenienti da Pescasseroli, Torino, Calabria e Biella. Le loro decisioni sono state rese pubbliche nel corso della partecipata assemblea finale tenutasi a Teramo, davanti a circa 500 giurati, per lo più studenti. Le motivazioni sono state espresse in tre forme: dal vivo, in video o tramite le apposite schede predisposte dal Comitato Organizzatore. È stata una vera e propria festa della cultura partecipata, con interventi istituzionali e testimonianze che hanno dato valore al momento. Tra gli ospiti – in presenza o collegati – la presidente della giuria ufficiale Dacia Maraini, i sindaci di Teramo e Pescasseroli, dirigenti scolastici, rappresentanti del sistema carcerario, del mondo accademico e della cultura. Presente anche Intesa Sanpaolo, storico sponsor del premio, che ha ribadito il suo impegno nel sostenere iniziative culturali capaci di generare crescita e coesione sociale. Ma non è finita qui. La due giorni teramana ha ospitato anche un convegno di studi su Benedetto Croce e Melchiorre Delfico, tenutosi all’auditorium della scuola “Alessandrini”. L’incontro, organizzato dal professor Flavio Felice dell’Università del Molise e moderato dal giornalista Simone Gambacorta, ha aggiunto profondità e riflessione alla manifestazione. Ora la palla passa alla giuria ufficiale, che si riunirà il prossimo 10 giugno sotto la guida di Dacia Maraini. Sarà questo gruppo a confermare o eventualmente modificare le scelte popolari e a decretare i vincitori ufficiali del Premio Croce 2025. Nel frattempo, si guarda già al futuro: l’edizione 2026 si svolgerà a L’Aquila, in onore del titolo di Capitale Italiana della Cultura. La fiaccola è stata simbolicamente raccolta dal consigliere comunale Livio Vittorini, presente a Teramo a nome del sindaco Biondi.