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E’ stato presentato stamani, nello splendido scenario dell’Abbazia Santo Spirito al Morrone di Sulmona, il nuovo volume edito da Carsa edizioni, Maiella. Montagna madre.

A fare gli onori di casa il Presidente del Parco Nazionale della Maiella, il prof. Lucio Zazzara. Con lui Roberto Di Vincenzo, presidente Carsa, Carlo Cambi, giornalista, autore televisivo e  uno degli autori del libro e Oscar Buonamano, direttore editoriale Carsa edizioni.

Il volume è il frutto di un lavoro corale che ha coinvolto ventisei autori e oltre quaranta fotografi. Gli autori dei testi sono Ezio Burri, Carlo Cambi, Gino Cervi, Alessandro D’Ascanio, Luciano Di Martino con Simone Angelucci, Antonio Antonucci, Marco Carafa, Marco Di Santo, John Forcone, Elena Liberatoscioli, Giuseppe Maurizio Monaco, Paolo Di Paolo, Franco Farinelli, Elsa Flacco, Adriano Ghisetti Giavarina, GRAIM (Roberto Di Paolo, Antonella Salomone, Gabriele La Rovere, Dino Di Cecco, Aurelio D’Urbano, Mariano Spera), Aurelio Manzi, Edoardo Micati, Lucio Taraborrelli, Lucio Zazzara.

La traduzione, il libro è in italiano e inglese, è di Angela Arnone.

Il libro svela la straordinaria capacità di adattamento dell’uomo alla natura di questi luoghi. Una terra ricca di sorprese e di bellezza a cominciare proprio dalla conformazione stessa del territorio e delle sue modificazioni nel corso dei secoli testimoniata dalla presenza di numerose e immaginifiche grotte. La varietà straordinaria di flora e fauna e ancora la bellezza determinata dalla presenza dell’uomo e dagli artifici che ha saputo trasfondere come lo straordinario patrimonio architettonico che raggiunge vette sublimi negli Eremi che tanto hanno ancora da raccontare.

Si apre con il capitolo scritto da Franco Farinelli, La necessità del mito, «Prima d’altro occhio alle stelle, per capire la Maiella. Anzitutto perché i modelli originari che ancora governano la nostra maniera di guardare e definire il paesaggio, e di conseguenza comprenderlo, sono ancora quelli dei marinai illirici e greci che risalivano l’Adriatico secoli e secoli prima di Cristo. Il nostro sguardo dipende ancora dal loro, per il quale era la linea di costa, con la sua forma, ad assegnare i nomi alle città, a fissare il primo ordine delle cose…».

Aurelio Manzi con Il paesaggio agrario ci accompagna in viaggio per scoprire la compresenza  di diversi aspetti della sua natura. «La mole compatta e bastionata della Maiella, specialmente sul versante orientale che si affaccia sull’Adriatico, evoca con forza un mondo selvaggio, una natura ricca e prorompente. La Maiella, però, è anche il luogo della fatica, dell’immane lavoro dell’uomo, di generazioni di contadini e pastori che si sono avvicendate su questa terra per trarne l’amaro e profumato pane della vita…».

Elsa Flacco e Lucio Taraborrelli, La prima Italia, ci raccontano l’origine del nome della nostra nazione: l’Italia. “Italia, Itali, Viteliu”

Edoardo Micati, Gli Eremi e Celestino V e Pietre, pastori e briganti, ci porta sulla strada percorsa dai briganti e ci informa sull’origine degli Eremi.

Ezio Burri, Le grotte tra morfologia e stagioni dell’uomo, ci fa scendere nelle viscere della terra per comprenderne la sua origine.

Alessandro D’Ascanio, Un’epopea industriale durata un secolo, narra la straordinaria vicenda dell’industria legata al petrolio e al bitume. La vicenda, caratterizzata da storie d’impresa, lotte sociali, interventi dello Stato, rottura di equilibri ecologici, trasformazioni antropologiche nelle comunità locali, ha caratteri assolutamente moderni, di rottura rispetto agli equilibri di una montagna dai persistenti tratti pastorali.

Roberto Di Paolo, Antonella Salomone, Gabriele La Rovere, Dino Di Cecco, Aurelio D’Urbano, Mariano Spera, per il GRAIM – Gruppo di Ricerca di Archeologia Industriale, ci informano su Le miniere abbandonate della Maiella. «Le prime tracce di utilizzo del bitume estratto dalla Maiella risalgono al 4.700 a.C.: alcune ceramiche rinvenute nella Grotta dei Piccioni a Bolognano, mostrano infatti che venne usato come collante per la loro riparazione. Altre testimonianze arrivano da reperti di epoca Italica, riportati alla luce in prossimità delle vene di bitume ed asfalto di Val del Corvo. Poco distante, in Valle Pignatara, oggi tra Manoppello e Lettomanoppello, il ritrovamento di un panetto in pietra rivestito di bitume recante una stampigliatura in latino, ha rivelato la prima testimonianza di sfruttamento commerciale…». maja

Adriano Ghisetti Giavarina, L’architettura come costruzione della cultura di un territorio, parte proprio dall’abbazia di Santo Spirito del Morrone per illustrare le bellezze architettoniche di questo territorio. Alla scoperta dello straordinario patrimonio architettonico che sta magnificamente in armonia con il paesaggio dei versanti della Maiella.

Carlo Cambi, Tra Mila e la natura. L’origine del sublime, inebria con la sua scrittura circolare per raccontare della bontà dei frutti della terra e della cultura della vita che li accompagna.

Gino Cervi, Blockhaus 1967: l’epifania di Eddy Merckx, fa rivivere le emozioni che attraversano il cuore di tutti gli amanti del ciclismo, proponendo la nascita del mito di Eddy Mercks.

Paolo Di Paolo, Montagna magica, con un racconto inedito propone l’origine del mito, «Prima di tutto, dovete pensarla d’inverno. Dovete pensare alla neve, a tutta la neve possibile, la neve sotto cui la terra riposa, alle grandi interminabili nevicate, alle bufere di neve….”.

Lucio Zazzara, Proteo e Sisifo, con dissertare a tratti poetico c’informa del Parco Nazionale della Maiella, «Il Parco Nazionale della Maiella comprende una vasta area montuosa dell’Appennino Centrale, di circa 740 km2. Una montagna compatta, articolata in cime e valloni; dolce e sinuosa verso occidente; scoscesa e aspra verso oriente…».

Luciano Di Martino con Simone Angelucci, Antonio Antonucci, Marco Carafa, Marco Di Santo, John Forcone, Elena Liberatoscioli, Giuseppe Maurizio Monaco, Parco Nazionale della Maiella, tra uomo e natura, c’informa della flora, della fauna e delle tantissime attività che il Parco Nazionale della Maiella svolge.

 

 

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