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Lo scorso weekend è stata riscoperta l’importante figura del Beato Oddo da Novara, le cui reliquie sono conservate nella Chiesa madre dei Santi Cosma e Damiano. beato-oddo_3Dopo la ricognizione canonica del 1997, i resti dello scheletro sono stati ricomposti in un’urna trasparente e ieri, con una solenne cerimonia presieduta dal Vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, sono state ricollocate degnamente nell’antico sarcofago in pietra, posto all’ingresso della Chiesa. Presenti anche il Sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, e Anna Mastroddi, Presidente del Consiglio comunale. Ma chi è il Beato Oddo di Novara? Da “Santi e Beati” si apprende che visse tra il 1100 e il 1198. Del periodo della vita precedente al suo stabilirsi a Tagliacozzo (AQ), cioè intorno al 1190, si hanno notizie incerte, tanto è vero che sono stati fatti vari tentativi con pubblicazioni specializzate per rimettere ordine nei punti più contrastanti della sua “Vita”. beato-oddo_2Nacque a Novara nel 1100, fu professore a Casotto oppure alla Grande Chartreuse, fu inviato alla certosa di Seitz, nel periodo della fondazione, 1160, dove rimase fino al 1189 scrivendo i Sermones. Nel 1189 arrivò alla certosa di Gyrio, ora Jurklo, fondata nel 1169, con l’incarico di priore. Si ipotizza, però, che fosse giunto qualche tempo prima, inviato dal Papa dalla Certosa di Casotto. Il suo priorato durò poco. Nello stesso anno, al massimo nel 1190, per divergenze amministrative sorte fra i monaci, ripartì per Roma a chiedere giustizia al papa Clemente III. Di queste divergenze ne approfittò il vescovo locale che espulse i monaci in un periodo che comunque durò nove anni. Da Roma si spostò a Tagliacozzo e da qui in poi le notizie sono tutte documentate. beato-oddo_1La Badessa delle Benedettine del Monastero dei SS. Cosma e Damiano, parente del Papa, richiese al pontefice una vera e propria approvazione dell’opera del beato Oddo. I documenti descrivono il beato come un monaco indossante un abito di rozza lana, portava il cilicio, piccolo di statura, pallido e macilento. Trascorse i quasi dieci anni di permanenza a Tagliacozzo in una piccola cella costruita presso il monastero, impegnandosi nella preghiera, nella lettura, nel lavoro, nella conduzione della chiesa del convento e nella predicazione efficace. Molti miracoli accompagnarono la sua attività a Tagliacozzo e proseguirono dopo la morte avvenuta il 14 gennaio 1198. Pio IX ne approvò il culto e il titolo di beato il 31 maggio 1859, fu molto onorato nei secoli trascorsi specie da Tagliacozzo che fu l’unica cittadina della regione a scampare al tremendo terremoto del 14 gennaio 1784, giorno della sua festa. (Fonte: Vincenzo Giovagnorio; Santi e Beati)

 

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