
Una serata di emozioni e memoria: gli emigranti della Valle Peligna si ritrovano al Rosa Blu
Lo scorso 2 Settembre, presso il ristorante Rosa Blu a Pratola Peligna, si è tenuta una cena speciale organizzata da Domenico Ventresca, dedicata agli emigranti originari delle frazioni di Sulmona, Introdacqua e Pettorano sul Gizio, oggi residenti in Canada, negli Stati Uniti e in Germania. L’incontro ha suscitato grande emozione, successo e soprattutto una profonda nostalgia per la terra natia.















Durante la serata, ognuno ha condiviso il ricordo del giorno in cui ha lasciato il proprio paese, raccontando le sensazioni vissute e le emozioni che riaffiorano ogni volta che si torna in Italia. È stato un momento di intensa commozione, dove il passato e il presente si sono intrecciati in un abbraccio collettivo.
L’iniziativa, accolta con entusiasmo, si ripeterà ogni anno con l’augurio che sempre più amici possano partecipare. Oltre agli emigranti, erano presenti anche parenti e amici residenti nella Valle Peligna, molti dei quali hanno vissuto esperienze simili: alcuni sono figli di emigranti, altri hanno vissuto all’estero – in particolare nel Massachusetts e a Hamilton, in Canada – prima di tornare stabilmente in Italia.
Alla serata ha partecipato anche il console onorario americano Quintino Cianfaglione, originario di Pratola Peligna, testimoniando il valore istituzionale e umano dell’incontro.
Domenico Ventresca, da sempre promotore del legame con gli emigranti, nel 2006 si è fatto portavoce della realizzazione di un monumento dedicato all’emigrante, situato davanti alla chiesa di Gesù Buon Pastore a Vallelarga, Pettorano sul Gizio. Sul monumento è incisa una frase toccante del filosofo Arthur Schopenhauer:
“Ogni addio equivale a un assaggio della morte. Ogni volta che ci si ritrova è come assistere alla propria resurrezione.”
“Durante gli anni in cui ho avuto l’onore di presiedere il Comitato Festeggiamenti Gesù Buon Pastore, ho cercato con dedizione di mantenere vivo il legame con i nostri compaesani emigrati, raccontando le loro storie e pubblicando foto e ricordi nel giornalino della festa. Un lavoro reso possibile anche grazie al prezioso contributo dei membri del comitato estero, in particolare Angelo Federico e Gino Federico.” ha concluso










