
Passeggiando lungo Corso Vittorio Emanuele e via Verdi, nel cuore dell’Aquila, in questi giorni non si possono ignorare quei ventisei volti che ti guardano dai muri e dagli spazi espositivi. La mostra si intitola “Quale futuro nei nostri sogni” ed è un progetto del fotografo Roberto Grillo, realizzato in collaborazione con le comunità per minori e i centri di accoglienza straordinaria della città. Sono volti che vengono da lontano, dall’Afghanistan, dalla Costa d’Avorio, dall’Egitto, dall’Albania, dall’Iraq, dalla Tunisia. Persone che spesso, altrove, restano senza volto e senza voce, ridotte a numeri nei report o a bersaglio dei commenti rabbiosi sui social. Qui, invece, hanno un nome, un sogno, un desiderio da condividere. La mostra rompe il torpore dell’indifferenza. Le fotografie restituiscono a questi uomini e donne la loro unicità, li riportano dentro l’orizzonte della nostra umanità. Non più fantasmi collettivi, ma persone reali, con storie e speranze che parlano a chi si ferma ad ascoltarle. Durante i giorni frenetici della Perdonanza, sono tanti i passanti che si fermano davanti a quegli scatti: leggono, osservano, riflettono. Forse per curiosità, forse con uno sguardo paternalistico, ma comunque scegliendo di dedicare del tempo. È un gesto che rompe un meccanismo pericoloso, quello che concentra l’attenzione solo sui problemi e non sulle vite, alimentando paure e diffidenza. Grillo, con la sua mostra, sfida le narrazioni tossiche e ci restituisce la bellezza di una verità semplice: dietro ogni volto c’è un sogno, dietro ogni ruga una storia che merita di essere ascoltata. Le fotografie, disseminate nelle vie più trafficate del centro, diventano così un atto di resistenza e insieme di speranza. Con questa esposizione i migranti non sono più invisibili, ma protagonisti di un racconto che unisce invece di dividere. L’arte, quando è autentica, ha proprio questo compito: spezzare il silenzio, restituire parola, scuotere le coscienze. Ed è quello che accade a L’Aquila, fino al 7 settembre, con “Quale futuro nei nostri sogni”.








