
Le nuove tasse (dazi) imposte dagli Stati Uniti sulle importazioni stanno preoccupando molto le imprese abruzzesi, in particolare quelle del settore agroalimentare. L’allarme arriva da Confcooperative Abruzzo, che stima una forte riduzione delle vendite verso il mercato americano per prodotti come vino, olio d’oliva, formaggi, pomodori e pasta. “Se l’export scende anche solo del 10%, rischiamo serie perdite anche nei posti di lavoro delle cooperative”, ha spiegato Antonio Marascia, presidente di Confcooperative Abruzzo.
Il sistema agroalimentare cooperativo in Abruzzo è molto importante: vale oltre 700 milioni di euro l’anno e dà lavoro a più di 3.000 persone. “Dobbiamo fare di tutto per difendere questa ricchezza economica e sociale”, ha aggiunto Marascia.
Il direttore regionale Filippo Turi ha ricordato che le cooperative hanno già affrontato anni difficili, prima con il Covid, poi con l’aumento dei costi di energia e materie prime. “Ora ci si mette anche la guerra dei dazi: servono risposte immediate”, ha detto.
Anche il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini, ha espresso preoccupazione:
“Si parla di aprire nuovi mercati, ma ci vogliono anni. E le nostre imprese non possono aspettare. Nei porti italiani ci sono già oltre un milione di bottiglie di vino ferme e tanti altri prodotti agroalimentari bloccati nei magazzini.”
C’è anche il problema dell’Italian Sounding, cioè quei prodotti che sembrano italiani ma non lo sono davvero. “I dazi potrebbero favorire questo fenomeno e danneggiare ulteriormente le nostre vere eccellenze”, ha avvertito Marascia. “Serve un impegno deciso dell’Unione Europea, basato sul dialogo e non sullo scontro.”
Anche l’assessore regionale alle Attività Produttive, Tiziana Magnacca, ha espresso preoccupazione per le conseguenze sull’economia abruzzese. “Nel 2024, l’Abruzzo ha esportato negli USA beni per quasi 2 miliardi di euro. I prodotti più a rischio sono quelli del settore farmaceutico e tecnologico della provincia dell’Aquila, la pasta, il vino e anche i veicoli commerciali prodotti in Val di Sangro”, ha spiegato.
Magnacca ha ribadito che i dazi sono scelte politiche americane che sfuggono al controllo regionale, ma ha espresso fiducia nel lavoro del governo italiano per trovare soluzioni diplomatiche e nuove vie commerciali per le imprese.