
Un concorso che cresce, si apre a nuove prospettive e porta L’Aquila al centro di un dialogo nazionale tra architettura e arte visiva. La terza edizione del premio fotografico “Architettura e Fotografia – I Luoghi oltre l’abitare”, promosso dall’Ordine degli Architetti dell’Aquila e curato dalla Commissione Cultura con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti, ha registrato quest’anno oltre 170 opere arrivate da tutta Italia. La giuria, composta da professionisti di diverse discipline e con la partecipazione straordinaria di Alessandra Ferrari, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, ha selezionato sedici fotografie finaliste, che saranno esposte in una mostra collettiva all’Aquila il prossimo inverno. In quell’occasione verranno proclamati i tre vincitori, ai quali andranno premi in denaro: 600 euro al primo classificato, 400 al secondo e 200 al terzo.
«Anche quest’anno – hanno commentato Sara Liberatore, presidente dell’Ordine, e Lorenzo Nardis, referente della Commissione Cultura – il premio ha confermato la sua capacità di crescere, sia per la qualità delle opere che per l’originalità con cui gli autori hanno interpretato il tema. Il nostro ringraziamento va a tutti i partecipanti, alla giuria e agli Ordini degli Architetti italiani che hanno sostenuto e diffuso l’iniziativa».



Le opere finaliste attraversano epoche, città e immaginari diversi, spaziando dall’urbanistica contemporanea alle metropolitane di Tokyo e Delhi, dai paesaggi europei alle architetture simboliche italiane. Un mosaico che racconta come l’architettura non sia solo “abitare”, ma esperienza, memoria e visione.
I 16 finalisti sono:
Gennaro Ambrosino, Tommaso Anceschi, Martina Baraldi, Patriciu Cimpoesu, Stefania Eusebietti, Lorena Finocchiaro, Alessandro Gamberini, Emma Graziani, Nicolò Riccardo Lastrico, Gabriele Marinelli, Sebastiano Paris, Leonardo Pugin, Fabiola Iris Sbano, Roberto Serra, Valerio Torzani, Mauro Zorer.
Con questo riconoscimento, L’Aquila conferma il suo ruolo di laboratorio culturale, capace di guardare oltre la ricostruzione fisica per riscoprire, attraverso lo sguardo fotografico, il valore dei luoghi e delle architetture che abitiamo e immaginiamo.









