
Sarà una giornata speciale, intensa e carica di emozione quella di domani, 30 luglio, per le strade dell’Aquila. In occasione del Giubileo dei Giovani 2025, circa 400 ragazzi provenienti da tutta Italia e dall’estero parteciperanno a un pellegrinaggio a piedi da Civita di Bagno fino alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio, cuore spirituale della città e luogo simbolo della Perdonanza Celestiniana. Un cammino di fede e speranza, che attraverserà la città per concludersi con la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Antonio D’Angelo, che ha voluto accogliere i giovani pellegrini con parole di affetto e incoraggiamento: «La Chiesa aquilana li attende con profonda gioia. Ai giovani, spesso più fragili di fronte all’incertezza del futuro, vogliamo dire di non perdere mai la speranza». Il ritrovo è fissato alle 7:30 presso i resti dell’antica Cattedrale di San Massimo in Forcona, a Civita di Bagno. La partenza è prevista per le 8:00, e il cammino porterà i partecipanti fino a Collemaggio, dove alle 12:00 si terrà la Messa animata dal Coro diocesano San Massimo – sezione giovani. Dopo il pranzo al sacco nel Parco del Sole, i ragazzi attraverseranno il centro cittadino in un momento di incontro e condivisione. La giornata si concluderà con una festa musicale presso l’Oratorio salesiano “San Giovanni Bosco”, dove la gioia del pellegrinaggio si trasformerà in allegria, danze e amicizia. L’evento è parte di un più ampio flusso di arrivi verso l’Aquila: in totale, circa 2.500 giovani pellegrini transiteranno per la città nei giorni precedenti al Giubileo, in viaggio verso Roma, dove vivranno l’incontro con il Papa dal 28 luglio al 3 agosto. Mille di loro saranno accolti dalle famiglie e dalle parrocchie dell’Arcidiocesi, in particolare dal Movimento Neo-catecumenale, mentre altri gruppi numerosi arriveranno da Belgio, Spagna, Puglia, Veneto, Liguria e Lombardia. Un mosaico di lingue, volti e speranze, unito dalla fede e dal desiderio di camminare insieme. Un gesto semplice, come mettere un piede davanti all’altro, che si trasforma in un segno potente di pace, comunità e futuro.









