
C’è un profumo dolce e deciso che sale dalla cucina. È quello del Konijn met pruimen, un piatto tipico delle Fiandre: coniglio alle prugne, cotto lentamente nel vino, con cipolle, alloro e un tocco di zucchero. Lo ha preparato Anna, che nel suo accento belga porta l’eco di una storia fatta di partenze, ritorni e di nuovi inizi. Anna è arrivata in Abruzzo per amore, da Genk, una città industriale del Belgio. Oggi vive a San Pio di Fontecchio, tra le montagne aquilane, dove coltiva affetti, ricordi e tradizioni. Il piatto che ha preparato è una dichiarazione d’identità, un ponte tra le sue radici e la terra che l’ha accolta. “Mio padre lasciò Potenza nel 1945 per lavorare in miniera a Winterslag“, racconta. “Poi arrivò anche mia madre, dieci anni dopo. E io, a Genk, ho conosciuto mio marito. La vita mi ha portata qui, in Abruzzo. Non è stato facile all’inizio, ma qui ho trovato persone splendide e ho costruito una famiglia. Questo coniglio parla un po’ di tutto questo.” Il racconto di Anna è stato al centro del nuovo appuntamento di “Indovina chi viene a cena?”, un laboratorio interculturale di cucina che ha luogo a Fontecchio grazie al progetto M.I.S.C.H.I.O.: una sigla lunga, che racchiude un’idea semplice e potente — mettere insieme persone, memorie, sapori, culture. Il progetto coinvolge chi ha lasciato l’Italia e chi ci è arrivato, chi parte e chi resta, chi ha vissuto tra due mondi e ora li mette a tavola. Cucinare, per Anna, è un gesto d’amore. Ma anche un’eredità familiare: “Mio padre, dopo un incidente in miniera, divenne cuoco. Era molto richiesto per i matrimoni degli emigrati italiani. Oggi uno dei miei figli fa il cuoco, come un mio nipote in Germania.” Le prugne si sciolgono nel fondo di cottura, le patate diventano purè, e nel frattempo la cucina si trasforma in uno spazio di memoria e di condivisione. “In Belgio ora si mangia molto italiano,” aggiunge Anna, “ma io adoro ancora le loro zuppe e il modo unico in cui cucinano le patate. Una delizia? La lingua di bue cotta nel vino.” Il laboratorio di Fontecchio ha già accolto cuochi e cuoche da tutto il mondo: Tunisia, Perù, Germania, Messico, Francia, Bielorussia. Tutti con una storia da raccontare, e una ricetta che parla di casa. Il prossimo appuntamento? Le Filippine il 2 agosto, e il Brasile il 3. Il progetto M.I.S.C.H.I.O. è promosso dalle associazioni Harp e La Kap, con il sostegno di The CARE e dell’Unione Europea. Lo coordina Valeria Pica, insieme a un’équipe affiatata. L’obiettivo è chiaro: costruire comunità, riconoscere i diritti, valorizzare le differenze. A partire da una cucina dove nessuno è straniero, e ogni piatto racconta un mondo.











