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Il GSSI è da lungo tempo coinvolto nella collaborazione scientifica internazionale di ET, l’Einstein Telescope, un progetto di valenza scientifica mondiale che vede coinvolti diversi professori e ricercatori del GSSI, impegnati da anni nelle ricerche più avanzate nel campo delle onde gravitazionali. L’Italia è stata candidata come sede ufficiale dell’ET così come dichiarato dalla presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni durante una conferenza stampa tenuta nella sede romana di Monte Mario dell’INAF, l’Osservatorio Astronomico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Il luogo, individuato da tempo e considerato tra i migliori dal punto di vista scientifico, è quello dell’area mineraria dismessa di Sos Enattos, nel territorio di Lula, paese della provincia di Nuoro, in Sardegna. 

«A nome del GSSI voglio esprimere grande soddisfazione per la candidatura italiana per l’Einstein Telescope, un progetto di valenza scientifica mondiale che rappresenta al contempo una grande opportunità per l’Italia». È il commento della Rettrice del Gran Sasso Science Institute Paola Inverardi, a seguito dell’annuncio della candidatura. Durante la conferenza era presente la professoressa Marica Branchesi, coordinatrice dell’Observational Science Board dell’Einstein Telescope e membro del comitato tecnico scientifico voluto dal ministero dell’Università e Ricerca, presieduto dal professore e premio Nobel Giorgio Parisi.

«ET permetterà di osservare le onde gravitazionali provenienti dall’universo più profondo – ha commentato la professoressa Branchesi, ordinaria di Astrofisica – è l’osservatorio riconosciuto come massima priorità in Europa per avanzare la nostra conoscenza in astrofisica e fisica fondamentale. Oggi l’ufficializzazione della candidatura a ospitare ET in Italia è un primo mattone per la realizzazione di ET e pone l’Italia e l’Europa al centro dell’osservazione dell’universo per i prossimi decenni».        

Del comitato fa parte anche il professore del GSSI Fernando Ferroni, già presidente dell’INFN, membro anche del direttorato di ET. Hanno inoltre dei ruoli di primo piano il professor Eugenio Coccia, già rettore del GSSI e attualmente direttore dell’Institute of High Energy Physics (Ifae, Institut de Fisica des Altes Energies) a Barcellona, che ricopre il ruolo di coordinatore del Board della Collaborazione Einstein Telescope, e il professor Jan Harms, coordinatore dell’Instrumental Science Board di ET, responsabile della progettazione tecnica del rilevatore.  

«La realizzazione del Einstein Telescope richiede una forte partecipazione dell’industria non solo per la costruzione della infrastruttura. Le nuove tecnologie che dobbiamo sviluppare per il rivelatore saranno un’incubatrice per aziende che operano nei settori dei sistemi di vuoto, dell’ingegneria meccanica di precisione, e delle tecnologie quantistiche e con materiali avanzati. Il progetto sarà una nuova spinta per una collaborazione tra imprese e ricerca di base», è il commento del professor Jan Harms.

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