
Domenica 24 agosto, dalle 15 in poi, Fontecchio si riempirà di musica, giochi, artigianato e sapori grazie alla grande festa di comunità che chiude il progetto M.i.s.c.h.i.o. – Memory Intercultural Social Collective Heritage Intergenerational Opportunity. Un percorso che, dal febbraio 2024 a luglio di quest’anno, ha intrecciato laboratori, esperienze e incontri tra residenti storici e nuovi abitanti, creando legami, ricostruendo memorie e aprendo spazi di dialogo dopo le ferite del terremoto e della pandemia. Nei mesi scorsi gli abitanti hanno partecipato a una mappatura emotiva dei luoghi con Sebastian Alvares e Diego Silva Ardila, a laboratori artistici intergenerazionali con Debora Frasca e Martina Riescher, e a un viaggio nel gusto con le cucine del mondo curate da Valeria Pica, Debora Panaccione e Tylah Yassuda. Proprio quest’ultimo percorso darà vita in autunno a un libro di ricette e storie, arricchito dalle grafiche di Erick Cuevas. La festa finale, pensata insieme ai ragazzi del Consiglio comunale dei giovani e coordinata da Manuele Ianni, vuole essere un momento di ringraziamento e di restituzione. In programma: un mercatino artigianale, tornei di biliardino e di tiro al gallo, antico gioco popolare fontecchiano, e sapori tipici come i panini con cicoria e salsiccia o cicoria e scamorza. Dalle 20.30 la musica diventerà protagonista: prima i Fontecchio Folk & DeraSol, che inviteranno il pubblico a cantare le canzoni popolari abruzzesi, poi i Mikorizo (Giulia Borraccio e Giordano Ianni) con un viaggio sonoro che spazia dall’Abruzzo a Sarajevo, dal Vesuvio alle steppe rom. M.i.s.c.h.i.o. ha voluto rimettere al centro la comunità, con il patrocinio del Comune di Fontecchio e il sostegno di The CARE – Civil Actors for Rights and Empowerment, progetto cofinanziato dall’Unione Europea e promosso da Fondazione Realizza il Cambiamento e ActionAid Italia. Un tassello di una rete nazionale che punta a rafforzare diritti, partecipazione e nuove opportunità nelle aree interne. Fontecchio, ancora una volta, diventa così laboratorio di convivenza e speranza, dimostrando che la comunità è un bene prezioso da coltivare insieme.











