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L’AQUILA – Si è svolto ieri, 13 settembre, un importante evento nel capoluogo, avente come tema centrale il mondo degli spumanti: Abruzzo in bolla, al quale hanno partecipato tra le più note aziende: Umberto Cosmo di Bellenda Conegliano Valdobbiadene Prosecco superiore, Pietro Pellegrini di Pellegrini spa, Paolo Rossino, direttore Consorzio Alta Langa, Leonardo Seghetti gastronomo e tecnologo alimentare, e Mattia Vezzola, enologo e produttore, innescando un vivace dibattito tra quelli per i quali immergere il vino sotto l’acqua del mare o la neve della montagna è semplicemente un’operazione di marketing che non muta le caratteristiche organolettiche e chi invece ritiene che trasformi il prodotto. Al colonnato di Palazzo dell’Emiciclo nell’elegante tensostruttura allestita nel piazzale antistante, per l’intera giornata sono stati aperti i banchi d’assaggio con ben 27 cantine e si sono susseguiti talk e masterclass. Al colonnato di Palazzo dell’Emiciclo nell’elegante tensostruttura allestita nel piazzale antistante, per l’intera giornata sono stati aperti i banchi d’assaggio con ben 27 cantine e si sono susseguiti talk e masterclass. Dopo il brindisi inaugurale in cui è stata stappata la magnum bene augurante come ormai da tradizione alla presenza, tra gli altri, del vice presidente della Regione e assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente, del presidente del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo Alessandro Nicodemi e del presidente del Gal Gran Sasso Velino, Paolo Federico, si è subito partiti con il talk “Dalle cime agli abissi, gli affinamenti speciali dello spumante” con gli interventi di Bruno Carpitella di Vini d’Altura che posiziona le bottiglie sotto la neve del Gran Sasso d’Italia, Gianluca Grilli di Tenuta del Paguro a Ravenna che affina sotto il mare Adriatico, Pierluigi Lugano de La Cantina Bisson “Cantina degli Abissi” a Sestri Levante (Genova) che fa la stessa cosa sotto il mar Ligure, considerato uno dei pionieri dell’affinamento sott’acqua che ha avviato negli anni Novanta, Francesco Leo di Cantine Paololeo, a San Donaci (Brindisi), e Antonio Arrighi dell’Azienda agricola Arrighi di Porto Azzurro (Livorno), che immerge le uve e non le bottiglie a largo dell’isola d’Elba.

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