Cosa accade dopo un incendio cosi devastante lo spiega Carlo Frutti, presidente nazionale Associazione Nazionale Difesa del Suolo.
Una volta estinti, gli incendi lasceranno, con la scia di distruzione di flora e fauna, con l’incalcolabile danno ambientale e paesaggistico, anche un sensibile aumento del rischio idrogeologico. Gli incendi boschivi su ripidi pendii possono provocare già nell’immediato cadute di massi. Il fuoco brucia lo strato della lettiera e in parte anche lo strato di humus. In questo modo le pietre che affiorano alla superficie vengono destabilizzate. Effetti ancora più gravi si manifestano dopo l’incendio. L’impermeabilità del terreno dipende dalla temperatura raggiunta dalle fiamme e dalla produzione di ceneri. Lo strato impermeabile, e la mancanza di copertura della vegetazione al suolo e di quella assicurata dalle chiome degli alberi, fanno si che le gocce di pioggia possano impattare direttamente sul terreno nudo.
Per cui nei primi 1–2 anni dopo l’incendio, l’acqua piovana stenta a penetrare nel suolo, defluendo al contrario in superficie. In questo modo, in particolare in caso di forti piogge, si verificano importanti fenomeni erosivi con alta probabilità  di colate superficiali di fango e detritiche e frane superficiali di piccole e grandi dimensioni. Questi effetti negativi si verificano soprattutto nei primi mesi dopo l’incendio
Non è facile identificare una misura o tecnica che sia in grado di proteggere dall’erosione un’area boschiva percorsa da un incendio. Ma è possibile calcolare l’intensità delle precipitazioni che potrebbero condurre a un evento dannoso all’interno di una determinata area percorsa da un incendio boschivo; pertanto, in caso di previsioni del tempo che prevedono forti precipitazioni, è possibile lanciare un allarme e prendere le precauzioni necessarie (ad esempio allertando i residenti nelle abitazioni a rischio e sbarrando il traffico lungo i percorsi stradali minacciati). Il pericolo comincia appena spento l’incendio.
Occorrono, quindi, urgenti interventi strutturali che contribuiscano a contrastare cadute di massi, colate e frane sulle superfici fortemente bruciate. Diventano fondamentali la prevenzione, la mitigazione ed il monitoraggio post incendio di tutte le aree colpite per una corretta pianificazione ed interventi finalizzati alla salvaguardia del territorio e all’incolumità delle persone, limitando gli effetti di piogge e nevicate sulle aree percorse dal fuoco. Va prevista l’installazione nelle aree interessate dall’incendio di un sistema elettronico automatico di monitoraggio ed allarme da remoto. Come opera primaria, di messa in sicurezza, realizzabile in tempi brevi, va progettato ed installato un sistema integrato di barriere in acciaio per colate detritiche e barriere in acciaio frane superficiali abbinato alla protezione antierosiva e diffusa dei versanti con reti abbinate a geostuoie e biostuoie, ed integrato da opere di ingegneria naturalistica. Va quindi accuratamente studiata e predisposta la fase di progettazione degli interventi di sistemazione idraulico-forestale definitiva e di recupero ambientale, di rimboschimento e di opere di prevenzione ed emergenza (strade tagliafuoco, idranti, …) da affidare a professionalità con competenze multidisciplinari.
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