
Un viaggio lungo sette anni tra le vette, la memoria e la luce. Si conclude con “Le mie montagne. Una storia del Velino-Sirente” la trilogia che il fotografo e geologo Giulio Speranza ha dedicato all’Appennino abruzzese, dopo Gran Sasso d’Italia (2020) e Majella Madre (2023). Il volume verrà presentato oggi, alle 17.30, nella sede della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre a L’Aquila. A dialogare con l’autore ci saranno Stefano Ardito, giornalista e scrittore di montagna, Francesco Lorusso, fotografo e appassionato di paesaggi naturali, e Walter Molfese, regista e documentarista. Nel corso della serata sarà proiettato anche Casa Madre, il documentario realizzato da Molfese per Black Aurora Film, girato proprio sui monti del Velino-Sirente, luoghi simbolo del nuovo lavoro di Speranza. La ricerca di Giulio Speranza, fotografo paesaggista di montagna, docente di banco ottico e geologo, si distingue per una visione lenta e contemplativa. Le sue immagini, realizzate con banchi ottici di grande formato e pellicole in bianco e nero, restituiscono un rapporto profondo tra uomo e paesaggio, tra natura e tempo. Dopo la maestosità del Gran Sasso e la dimensione umana e spirituale della Majella, l’autore torna ora “alle montagne della mia infanzia”, come racconta lui stesso. “Con Le mie montagne ho voluto chiudere il cerchio, tornando al Velino-Sirente, dove tutto è cominciato. È il tentativo di trovare una sintesi tra l’uomo e la montagna, di raccontare me stesso attraverso i luoghi che hanno acceso la mia passione. La fotografia, per me, è un modo per scavare dentro, per cercare l’essenza di ciò che mi emoziona quando sono in quota. In fondo, è il tentativo di rispondere alla domanda più semplice e più difficile: perché amo le montagne?” Durante l’evento sarà possibile consultare e acquistare i tre volumi della trilogia, tutti firmati dall’autore, in un incontro che unisce arte, geologia e sentimento del paesaggio. Un omaggio alla montagna come radice, come linguaggio interiore e come forma di bellezza da custodire.









