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“Tanta enfasi sul Ponte Belvedere per coprire un generale vuoto di idee e di concretezza. La riapertura del ponte era ovviamente auspicata e necessaria, ma non c’è nulla di “rivoluzionario” in questo: altri della Giunta Biondi avevano deciso per un restyling (tra cui l’ex assessore Liris), poi hanno optato per la sostituzione, togliendo soldi a un altro progetto importante come quello di Viale della Croce Rossa.
Il sindaco si incensa e parla di cose che evidentemente non conosce o pensa di avere a che fare con un manipolo di ignavi. Chiariamo i termini, anche dal punto di vista urbanistico: si sta ricostruendo un ponte “dove era e come era” poiché collega gli stessi esatti punti del ponte appena rimosso, senza migliorarne skyline e viabilità. L’operazione è stata condita da mille operazioni di comunicazione e valanghe di chiacchiere per far dimenticare i progetti di archistar annunciati e accantonati, i project financing finiti nel nulla, i piani di recupero blaterati solo per illudere i cittadini, mai varati.
La trasformazione urbana è ben altro: non è la rimozione di 80 metri di ponte da ricostruire. Le norme post terremoto varate da Berlusconi e Meloni non permettevano altro che il tal quale e Biondi dovrebbe saperlo visto che era sindaco di Villa Sant’Angelo, dove non risulta che abbia fatto operazioni di trasformazione urbana né tantomeno che abbia concluso la ricostruzione del piccolo borgo. Solo il lavoro minuzioso di Massimo Cialente e dell’assessore Di Stefano, di quella maggioranza di centrosinistra sostenuta anche da associazioni, comitati e professionisti di qualità, cercò di superare il rigido “come era e dove era”, impostando delle innovazioni importanti. Ne elenco solo alcune: Il Parco Urbano di Piazza d’Armi con annesso parcheggio interrato, il recupero con parco lineare e parcheggio interrato di Viale della Croce Rossa, il recupero dell’intera cinta muraria, Porta Barete, il parcheggio interrato di Porta Leoni, il polo Universitario all’ex S. Salvatore, la sede sicura e moderna degli uffici comunali a via XXV Aprile, il Parco delle Acque alle 99 cannelle, il Parco della luna all’ex Psichiatrico di Collemaggio, il piano di recupero di Villa Gioia (con la demolizione e non ricostruzione dell’ex Istituto Magistrale e delle case dell’esercito grazia al quale oggi è notevolmente aumentato la standard di parcheggi per il Tribunale), il Palajapan, la rimozione della recinzione dell’emiciclo della regione alla Villa comunale con la pedonalizzione di via Iacobucci e la previsione del collegamento mobile tra via Rendina e il parcheggio di Collemaggio: tutte varianti approvate e progetti finanziati, ma bloccati dall’incapacità dell’attuale amministrazione. La stessa incapacità dimostrata nella vicenda dell’area della caserma Rossi (e aree contigue) dove la passata amministrazione prevedeva un allargamento stradale e la creazione di un polo didattico-sportivo in raccordo con quello attuale di Colle Sapone.
La stessa incapacità nel gestire la vicenda dello smart tunnel che si vorrebbe ridimensionare: un’opera lungimirante che sono venuti a conoscere e ammirare da ogni parte del mondo.
Biondi si autoproclama rivoluzionario ma in realtà è stato un cieco conservatore ed ha riportato indietro la città proprio nel sogno di innovare e caratterizzare la città ; a lui oggettivamente si può dare atto soltanto di aver messo a segno il primo punto del suo programma, quello di aver bloccato ogni meccanismo, in particolare quel congegno aperto che intendeva fare dell’Aquila una città più innovativa e sicura, capitale degli Appennini.”

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