
C’è un filo invisibile che sta cucendo insieme i paesi del cratere sismico aquilano. Si chiama Arca – Arte, Rigenerazioni, Comunità, Abitare – ed è un progetto che unisce artisti di tutto il mondo con chi in questi luoghi ci vive, ci lavora, ci spera. È un invito a scoprire che dentro ognuno di noi c’è un piccolo spazio creativo, spesso dimenticato, ma capace di generare bellezza, cura, relazione. A Scoppito si è da poco concluso il laboratorio di danza guidato dal coreografo turco Bedirhan Dehmen, che con passione e delicatezza ha accompagnato bambini e ragazzi in un viaggio fatto di movimento, espressione e contatto. «In così poco tempo – ha raccontato – siamo riusciti a creare qualcosa di profondo. L’Abruzzo mi ha toccato nel cuore, spero di tornare presto». E lo dice con sincerità, con la voce di chi ha davvero ascoltato il territorio. Nel frattempo, a Fossa, è partita una nuova avventura: un laboratorio di scultura e ceramica condotto da Yvonne Ekman, artista anglo-svedese con una vita ricca di musica, arte e viaggi. «La ceramica – racconta – è un sapere antico, che si fa con le mani ma anche con l’anima. Qui a Fossa ho trovato un luogo ordinato, curato, accogliente. E spero che chi partecipa al mio laboratorio possa riscoprire la gioia di creare, di sentire, di vedere con occhi nuovi».



Il laboratorio si svolge proprio nei MAP, i moduli abitativi post-terremoto, trasformando un simbolo di emergenza in un luogo di rinascita. Arca è un progetto fatto di incontri, laboratori, performance, mostre, ma soprattutto di persone. Persone che si ritrovano a costruire comunità attraverso l’arte. Coinvolge 11 comuni del cratere e 14 artisti da tutto il mondo, fino a dicembre. Tra i partner ci sono il Teatro Stabile d’Abruzzo, il MUNDA, il MAXXI L’Aquila, l’Università dell’Aquila e persino un centro d’arte del Vermont, negli Stati Uniti. Ogni tappa è un’occasione per ascoltare storie, scoprire talenti, guardarsi negli occhi. Il prossimo appuntamento è lunedì 4 agosto a Casentino, con un incontro dedicato alle opere dell’artista Sebastiano di Cola. E il 6 agosto, a Fossa, saranno esposte le opere realizzate con Ekman, accompagnate da un intervento dell’archeologa Ilaria Trafficante sulla dea Feronia, antica divinità della fertilità. Arca non è solo un progetto culturale. È una carezza data ai luoghi feriti. È il tentativo coraggioso di rimettere l’arte al centro della vita quotidiana. È, semplicemente, un modo per tornare a sentirsi parte di qualcosa di vivo.









