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Torna il tutto il suo splendore la Torre Medicea del bellissimo borgo di Santo Stefano di Sessanio, gioiello architettonico del 500 appartenente alla Signoria di Firenze. Il 6 aprile del 2009 la Torre, che sovrasta l’antico abitato, appesantita da un tetto in cemento, è crollata sotto le scosse del terremoto. La struttura, di proprietà comunale, è posizionata sulla parte più alta del borgo, è un edificio a pianta circolare e raggiungeva, prima dell’evento sismico, un’altezza complessiva di 20 metri.  All’interno c’era una scala lignea a doppia rampa molto ripida, che si innestava su solai lignei. La realizzazione del pesante solaio di copertura in cemento armato, rovinosamente precipitato a seguito del sisma, sembra da attribuirsi all’uso della torre durante il secondo conflitto mondiale, quando divenne base di una postazione antiaerea. Il materiale recuperato dalla Torre danneggiata è stato conservato accuratamente, sistemato in un sito comunale apposito, in attesa di poter riutilizzarlo nell’opera di ricostruzione della Torre medicea. I lavori di ricostruzione, partiti nel luglio del 2018, sono durati 3 anni. Nel mezzo c’è stata qualche inevitabile sospensione e alcuni rallentamenti: in parte nei periodi invernali, in parte causa pandemia. Le operazioni sono state eseguite dall’impresa Fracassa”. Oggi, come dicono in paese, è il “Giorno della rinascita”. torre3Presenti per l’occasione, insieme al sindaco Fabio Santavicca, il Capo Dipartimento di Protezione Civile, Fabrizio Curcio, il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il Capo Dipartimento di Casa Italia, Elisa Grande, Raffaello Fico, titolare dell’USRC, Giovanni Legnini, Commissario Straordinario per la Ricostruzione sisma Centro Italia, l’onorevole Gianni Letta, Carlo Presenti, Struttura di Missione Sisma 2009 e Bruno Gori, progettista e direttore dei lavori. “La riconsegna della torre medicea, simbolo di Santo Stefano di Sessanio, rappresenta una festa non solo per la comunità del paese, ma per l’intero comprensorio che oramai da anni, anche grazie all’intraprendenza e al coraggio di numerosi imprenditori e operatori turistici, si identifica in quel monumento e in quel borgo, capace di attirare turisti da ben oltre i confini nazionali. Santo Stefano di Sessanio è stato capace di costruire un autentico brand territoriale, conosciuto sin dall’altro capo del mondo e grazie al quale è aumentata l’attrattività di un intero sistema locale. Potremmo parlare di un vero e proprio case history al quale altri comuni potrebbero e dovrebbero ispirarsi, anche per invertire la tendenza che vede le aree interne e svantaggiate spopolarsi e soffrire di carenze di servizi. Oltre all’amministrazione guidata dal sindaco Fabio Santavicca, ringrazio l’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere”, ha concluso Liris, “che si è occupato del recupero costato circa 1,5 milioni di euro”.

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