
Tre giorni di incontri e rievocazioni. Il sindaco Biondi: “Un ponte tra radici e futuro verso L’Aquila Capitale della Cultura 2026”
Si è chiusa con grande partecipazione di pubblico la terza edizione del Festival delle Città del Medioevo, che dal 27 al 29 giugno ha riportato L’Aquila indietro nel tempo, riflettendo sul legame tra le città medievali e il cibo. L’evento, promosso dal Comune dell’Aquila insieme all’Università degli Studi, ha trasformato l’Auditorium e l’area circostante in un vero villaggio medievale, animato da rievocazioni storiche, spettacoli e incontri con storici, archeologi, giornalisti e divulgatori. Tutto esaurito per gli appuntamenti clou del weekend, che hanno visto protagonisti il giornalista e storico Paolo Mieli e il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, che hanno saputo intrecciare storie antiche e temi di stringente attualità, tra sostenibilità, risorse e sfide globali. «L’edizione di quest’anno ha dimostrato ancora una volta la forza di una collaborazione virtuosa tra Comune e Università — hanno commentato i professori Alfonso Forgione e Amedeo Feniello, del Dipartimento di Scienze Umane —. La città diventa così laboratorio di cultura e alta divulgazione scientifica, capace di attrarre pubblico e creare sinergie con istituzioni e associazioni anche a livello nazionale». Per tre giorni, giovani, famiglie e appassionati hanno potuto vivere l’atmosfera medievale grazie al lavoro di decine di associazioni di rievocazione storica arrivate da tutta Italia, trasformando lo spazio antistante l’Auditorium in un colorato villaggio tra botteghe, costumi d’epoca e laboratori per bambini. Soddisfatto il sindaco Pierluigi Biondi, che ha sottolineato come il Festival rappresenti «un ponte tra passato e presente, capace di restituire alla città uno sguardo originale sul suo rapporto con il territorio e le risorse». «Nel percorso verso L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2026 — ha aggiunto Biondi — il Festival delle Città del Medioevo offre spunti concreti per rileggere la nostra identità e riflettere su temi centrali come la sostenibilità e le diseguaglianze legate allo sfruttamento delle risorse naturali e alimentari. Anche le dinamiche del passato possono aiutarci a comprendere le sfide globali di oggi». Il bilancio di questa terza edizione è chiaro: un Festival che cresce e che rafforza L’Aquila come città aperta al dialogo, alla cultura e al confronto, in attesa di indossare la fascia di Capitale Italiana della Cultura nel 2026.


