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In prima linea contro il Covid, ma senza bonus, indennità e con il contratto scaduto da tantissimi anni e retribuzione che non arriva a 1200 euro al mese, ci sono anche loro “Fisioterapisti e Logopediste”. Dopo la malattia da Covid, per i pazienti si apre la strada della riabilitazione nelle strutture sanitarie e socio sanitarie della nostra Regione e trovano,  come compagni di viaggio verso la guarigione, i nostri amati colleghi “Fisioterapisti e Logopediste”. Due figure di professionisti che fanno parte dell’ordine delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione, sono ormai stabilmente nelle strutture sanitarie. Il lavoro dei fisioterapisti si concentra principalmente nella riattivazione funzionale dei pazienti che, integrandosi con il percorso di cura, va a potenziane gli effetti, permettendo un recupero più veloce consentendo così degenze più brevi. I colleghi fisioterapisti lavorano con grande professionalità aiutando i malati a raggiungere l’autonomia dopo un ricovero durante il quale spesso è richiesto un supporto respiratorio, intervengono con le loro conoscenze ad aiutare la persona nella ripresa dell’autonomia nella vita quotidiana. Poi abbiamo le colleghe logopediste che hanno lavorato con le loro conoscenze nell’aiutare le persone a pronunciare le prime parole, ingoiare il primo boccone, a recuperare la voce, etc. Loro hanno avuto un forte impatto emotivo lavorando sui pazienti che avevano smesso di avere contatti con il mondo esterno da parecchi, troppi giorni, pazienti che non avevano più nemmeno potuto parlare a causa dell’intubazione. Pazienti che a causa del covid, del casco o dell’intubazione si sentivano confusi e disorientati. Il lavoro delle colleghe logopediste è stato quello di guidarli verso un nuovo inizio. Ma se il carico emotivo è enorme, la soddisfazione è altrettanto grande perché quando si conosce un nuovo paziente e ci si presenta come fisioterapista e logopedista, negli occhi della persona che abbiamo di fronte si accende una speranza. Questi professionisti infondono speranza e dicono ai pazienti: “Dobbiamo riprenderci, dobbiamo rimetterci in forza”. E’ in quel momento che le persone comprendono davvero che possono presto uscire dal tunnel della sofferenza. Ricordiamo che i pazienti colpiti da covid manifestano ulteriori criticità come la sindrome da distress respiratorio acuto, stanchezza, debolezza, dolore muscolare e dolore poli-articolare, avvertono spesso grande senso di spossatezza e presentano spesso perdita dell’olfatto e del gusto. Tutto il corpo è interessato e non solo l’apparato respiratorio. Le loro capacità motorie sono notevolmente ridotte e dunque presentano difficoltà nello svolgere anche, le più elementari attività di vita quotidiana, e in questa fase entrano in gioco tutti i componenti dell’équipe che partecipano al progetto riabilitativo. Ecco, quindi, l’importanza dei fisioterapisti e delle logopediste che tutti i giorni entrano nei reparti e nelle palestre con visiera, mascherina, guanti, tuta e tutti i dispositivi di protezione necessari e indispensabili per la sicurezza ma che rendono il loro lavoro complesso e faticoso in quanto questi professionisti usano le mani e il linguaggio per la riabilitazione che dura diverse ore al giorno. Ore e ore dedicate alla riabilitazione respiratoria, alla deambulazione, all’allenamento nel linguaggio e nella deglutizione con la finalità di fare acquisire al paziente piena autonomia necessaria a tornare alla normale vita quotidiana. Il lavoro di questi professionisti si deve poi scontrare con la solitudine dei pazienti che per via delle norme anti Covid non possono ricevere visite e si sentono lontani dalla famiglia e dagli amici. Nel tempo della riabilitazione c’è spazio e modo per parlare e raccontare e spesso i colleghi trovano il tempo di far fare telefonate ai familiari, perché in tutti noi professionisti della salute c’è tanta umanità, tanta professionalità. Ascoltiamo le paure le ansie dei nostri pazienti e troviamo le giuste parole di conforto motivandoli ad impegnarsi per uscire presto dal tunnel della malattia e ritornare a casa con le capacità fisiche che avevano prima di ammalarsi.

Daniele Leone Coordinatore regionale della CGIL FP sanità privata convenzionata Abruzzo e Molise

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