
C’è un’Italia che si svuota silenziosa, chilometro dopo chilometro. È quella delle aree interne: borghi, vallate, montagne che rischiano di diventare cartoline senza persone. Un fenomeno che l’Abruzzo conosce bene, tra paesi che invecchiano e giovani costretti a partire. Proprio per questo il consigliere regionale Antonio Di Marco lancia una proposta destinata a far discutere: «Ripristiniamo le Province, sono un presidio fondamentale per contrastare lo spopolamento». Di Marco, vicepresidente della Commissione regionale Ambiente e Territorio e membro del Comitato legislativo del Consiglio regionale, ha annunciato che presenterà nei prossimi giorni una risoluzione per chiedere al Governo regionale di farsi portavoce di questa istanza a Roma. «Le Province – spiega – non sono solo enti amministrativi, ma antenne sul territorio. Hanno una storia, relazioni consolidate e possono garantire interventi rapidi su manutenzioni, infrastrutture, scuole, strade. Senza di loro si rischia di spegnere del tutto la voce di comunità già isolate». Non è un caso che il tema torni ora sul tavolo, in un momento in cui anche a livello nazionale si parla di rafforzare la “rete delle città medie” come motore di sviluppo. Ma per Di Marco la vera chiave resta la prossimità: «La Provincia conosce le esigenze di comuni e borghi, lavora insieme ai sindaci, alle associazioni, alle imprese. Senza questi presidi è più difficile fare arrivare risorse e progettualità a chi vive lontano dai grandi centri». La proposta guarda oltre le sigle e i tecnicismi: in gioco ci sono servizi essenziali, scuole, sanità, strade. «Se tagliamo presidi, strutture e fondi – avverte Di Marco – perdiamo non solo abitanti, ma anche pezzi di storia, cultura e potenziale turistico. Parlare di ‘restanza’ non basta, bisogna renderla possibile: famiglie e imprese devono avere motivi concreti per restare o tornare. E la politica ha il dovere di passare dalle parole ai fatti». Nel suo intervento, Di Marco richiama anche l’impegno assunto dal Ministro Foti all’Aquila, dove si è parlato di rafforzare le reti territoriali per non lasciare indietro nessuno. «Abbiamo esempi di buone pratiche e amministrazioni virtuose – conclude il consigliere –. Dobbiamo partire da lì, far pesare i modelli che funzionano, dare strumenti e risorse a chi vive e anima le aree interne. È tempo di scelte coraggiose: o mettiamo in campo soluzioni vere, o continueremo a raccontare di un Abruzzo che si svuota senza sapere come fermarlo».