
A meno di un anno dalle elezioni comunali, la politica di Avezzano si anima attorno a un nome che potrebbe cambiare gli equilibri: Alessio Cesareo, 65 anni, ex questore, originario della Marsica e oggi in pensione dopo una lunga carriera ai vertici della Polizia di Stato. Il centrodestra, finora frammentato e in difficoltà nel trovare un candidato unitario, guarda a lui come alla figura capace di contrastare il sindaco uscente Gianni Di Pangrazio, civico bipartisan e già due volte primo cittadino, abile nel raccogliere consensi trasversali. Cesareo, già commissario di polizia ad Avezzano e dirigente comunale, ha guidato questure come Ascoli Piceno e Prato, lavorato nella Direzione investigativa antimafia e diretto la sala operativa interforze durante il G8 all’Aquila. La sua vicenda personale è segnata anche dall’attentato del 2001: rimase gravemente ferito dall’esplosione di un pacco bomba nel commissariato di Avezzano. Per quell’episodio gli è stata conferita la Medaglia d’argento al valor civile. Lo scorso dicembre è stato insignito del titolo di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Un profilo civico, senza tessere di partito, che raccoglie consensi soprattutto sui temi della sicurezza e della legalità. A sostenerlo sono Fratelli d’Italia, Noi Moderati e Forza Italia, che in questa fase sembrano compatti. Diverso lo scenario nella Lega, divisa tra chi resta vicino a Di Pangrazio e chi spinge per una ricomposizione del centrodestra. Resta aperto anche il nodo dell’assessore regionale Mario Quaglieri, finora alleato del sindaco. Sul fronte opposto, Di Pangrazio lavora già da mesi a un ampio schieramento civico che potrebbe contare su otto liste, con candidati trasversali da destra, centro e sinistra. Più incerto invece il centrosinistra tradizionale, che guarda alla dem Lorenza Panei come possibile candidata, ma parte svantaggiato dopo aver perso figure di spicco confluite nello schieramento dipangraziano. La sfida per Avezzano, dunque, si delinea come un duello tra due figure forti: da un lato il sindaco uscente, dall’altro un uomo delle istituzioni dal curriculum prestigioso. Con una variabile che resta decisiva: la capacità (o meno) del centrodestra di presentarsi unito.









