
Il sindaco dell’Aquila alla plenaria del Comitato delle Regioni: “Non possiamo più essere comparse nel dibattito dominato dalle metropoli”
“Le città medie devono avere un ruolo centrale nella nuova politica di coesione europea, non possono essere compresse da un dibattito tutto concentrato sulle grandi aree metropolitane.” È il messaggio lanciato da Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila e membro del Comitato europeo delle Regioni, nel suo intervento alla plenaria in corso a Bruxelles. Nel dibattito dedicato al ruolo delle aree urbane nel quadro della politica di coesione 2021–2027, Biondi ha richiamato con forza l’attenzione sulla condizione delle città medie, delle aree rurali e montane, spesso penalizzate da un modello che privilegia le metropoli. “Il nostro gruppo ECR difende il diritto a rimanere nei propri territori: servono istruzione, sanità, lavoro, mobilità e connessioni digitali ovunque, non solo nei grandi centri. Le città medie custodiscono l’identità autentica dei nostri Paesi: se si svuotano, perdiamo cultura, memoria, comunità.” Durante la riunione preparatoria del gruppo ECR, Biondi ha inoltre messo in guardia contro una logica “muscolare” nel confronto tra regionalismo e municipalismo, che rischia di marginalizzare ancora una volta le realtà intermedie e i borghi. “Come componente dell’Ufficio di Presidenza di ANCI – ha aggiunto – vedo ogni giorno quanto l’attenzione sia concentrata sulle città metropolitane. È arrivato il momento di correggere questa distorsione: serve un nuovo modello di governance in cui le città medie possano esercitare un ruolo di coordinamento per le aree vaste.” Biondi ha anche avanzato una proposta concreta per rendere più efficace la politica di coesione: semplificare la filiera dei fondi strutturali, troppo spesso rallentata da passaggi burocratici eccessivi. “Chiediamo di poter governare i processi. Siamo pronti a farlo, in coerenza con la programmazione regionale, ma senza ostacoli che compromettono l’efficacia delle risorse.” Nel suo intervento ha inoltre richiamato l’esperienza internazionale maturata con la rete U7, che riunisce le città del G7 e si è recentemente confrontata a Kobe (Giappone). Un’esperienza che dimostra come la richiesta di riequilibrio territoriale sia una priorità condivisa a livello globale. “Non può esserci una vera coesione se si continua a escludere chi tiene insieme territori vasti e complessi. Le città medie sono pronte a fare la loro parte, ma l’Europa deve riconoscerle come protagoniste, non come comparse.”