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La Cisl Fp Abruzzo Molise tramite il Segretario Generale Vincenzo Mennucci ed il Coordinatore provinciale sanità di L’Aquila Marcello Ferretti annunciano una mobilitazione del personale se non ci saranno risposte alle drammatiche condizioni lavorative cui sono sottoposti gli operatori sanitari. La situazione pandemica sta assumendo livelli preoccupanti – denunciano i due sindacalisti – e dopo le varie proteste e le istanze presentate, non è più rinviabile un intervento decisivo da parte del livello politico regionale e della direzione strategica della azienda del territorio. Dal sindacato arriva la drammatica conferma che l’Azienda da sola non può sopportare una simile pressione: «Da troppo tempo riceviamo il grido d’allarme che vale come richiesta di aiuto da parte del personale infermiere, medici, oss, tecnici e ausiliari) – affermano i dirigenti sindacali – che denunciano un senso di abbandono e frustrazione a causa del perdurare e peggiorare del caos che si registra soprattutto nei Pronto Soccorso dei vari presidi. Ormai, alcuni Pronto Soccorso, di fatti, sono stati trasformati in una sorta di avamposto dove si registrano numeri da brivido, con punte di circa 100 accessi al giorno e con una media di permanenza di circa tre giorni in attesa di un posto letto». Il personale è sull’orlo di una crisi di nervi: «I carichi sono improponibili, gli operatori sono costretti a barcamenarsi tra le miriadi richieste dei pazienti e dei loro familiari. I danni biologici e i rischi professionali sono dietro l’angolo, tanto che assenze per malattia e /o per contagio da Covid stanno prendendo il sopravvento». I dirigenti sindacali esprimono grande preoccupazione «per i riflessi che la grave emergenza sta determinando sul personale sanitario, per quanto concerne l’equilibrio e la lucidità che invece sono patrimonio fondamentale». Si evidenzia inoltre come siano inaccettabili le condizioni di lavoro in cui sono sottoposti i lavoratori di questa Azienda, a cominciare dalla precaria situazione della medicina COVID di Avezzano, rimasta con solo 7 infermieri e poche unità di OSS; Tale situazione viene aggravata dai numerosi contagi che si sono registrati e dalla mancata assegnazione di personale adibito. Nello specifico la suddetta UOC versa in condizioni drammatiche a causa delle criticità strutturali, logistiche e la mancanza dei requisiti minimi di sicurezza necessari a far fronte ad una gestione corretta del paziente COVID. In tale servizio non sono distinti i percorsi del pulito e dello sporco ma soprattutto di una zona filtro in grado di poter garantire sia la sicurezza dei lavoratori che la gestione puntuale del paziente. Si segnala inoltre, a causa dell’ampliamento dei posti letto per COVID, la continua sottrazione di risorse umane indispensabili in reparti strategici con conseguente rischio sull’erogazione dell’assistenza nelle 24 ore. “Siamo inoltre sconcertati dalle notizie che ci giungono rispetto alla carenza di dispositivi medici e di farmaci che si sta registrando da un po’ di mesi all’interno della ASL1, difatti ci risulta che anche associazioni di malati abbiano già interessato la Direzione attraverso segnalazioni a più livelli”, concludono i due sindacalisti.

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