
Il consigliere regionale Antonio Di Marco torna a puntare il dito contro la giunta regionale guidata da Marco Marsilio e contro il capogruppo della Lega Vincenzo D’Incecco, accusandoli di voler “zittire” le voci critiche, senza però risolvere i nodi che da anni gravano sul territorio. “Non ci sto a farmi prendere in giro – ha dichiarato Di Marco –. Le istanze che porto avanti non sono polemiche, ma richieste di soluzioni concrete. E invece assistiamo a decisionismo paralizzato e a una Regione che dorme sugli allori”. Il consigliere ha elencato una serie di questioni ancora aperte:
Le Terme di Caramanico, simbolo di un termalismo storico lasciato al declino. “Non è credibile – ha spiegato – che dopo sette anni si dica ancora che ci si ‘occuperà’ del problema, quando è mancato il coraggio di stanziare fondi e di fermarne l’agonia economica”.
La ferrovia Roma-Pescara, con la variante respinta ai cittadini e timori per l’impatto sulle case e sulle attività.
Le aree interne, colpite da spopolamento, mancanza di medici di base e perfino carenze nella fornitura di farmaci oncologici.
La viabilità, con la Statale Tiburtina e il cantiere fermo a Turrivalignani da mesi a causa di una frana, senza interventi della Regione; la strada per la Valle Giumentina ancora chiusa dopo i danni del maltempo; lo svincolo tra Bolognano e Piano d’Orta dimenticato.
Il turismo montano, con i fondi tagliati e gli interventi rimodulati male per gli impianti di Passolanciano.
Di Marco ha ribadito che chiederà di nuovo di affrontare queste questioni nelle sedi istituzionali: “La Commissione Ambiente, Infrastrutture e Territorio e la Vigilanza sono i luoghi in cui discutere con sindaci, enti e cittadini, non sulla stampa. Finora però la destra ha evitato persino le convocazioni”. Una critica dura, che mette al centro non solo la denuncia politica, ma anche il malcontento di comunità e territori che, secondo Di Marco, si sentono sempre più abbandonati.









