
La riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli rischia di infliggere un duro colpo al capoluogo d’Abruzzo: da novembre, L’Aquila perderà l’Ufficio dirigenziale, che sarà trasferito a Pescara, diventando l’unico capoluogo di Regione in Italia a subire un simile declassamento. La riforma prevede inoltre una riduzione delle posizioni organizzative sul territorio aquilano — da cinque a tre — mentre Pescara ne otterrà nove, oltre alla Direzione regionale. Una scelta che, secondo l’opposizione, sposterà il baricentro economico e amministrativo verso la costa, penalizzando cittadini, imprese e lavoratori. A lanciare l’allarme sono i gruppi consiliari di L’Aquila Nuova, Alleanza Verdi Sinistra, Partito Democratico, L’Aquila Coraggiosa e Gruppo Misto, che accusano la Giunta comunale e il Sindaco Pierluigi Biondi di immobilismo e mancanza di iniziativa politica. «Nonostante mesi di appelli da parte dei sindacati e due ordini del giorno approvati all’unanimità – denunciano i consiglieri – l’amministrazione non è riuscita nemmeno a ottenere un incontro con il viceministro Leo. Nel frattempo, la città perde un presidio strategico e rischia di diventare una semplice sede periferica». L’opposizione sottolinea che la riforma comprometterà gli investimenti e i progetti avviati negli ultimi anni, come l’apertura della sede in piazza Santa Giusta e i concorsi mirati per figure tecniche legate all’attivazione di un laboratorio e di una scuola di formazione. Al capoluogo resterebbe solo la funzione antifrode, considerata però «uno specchietto per le allodole». I gruppi chiedono al Comune e alla Regione di intervenire subito, sollecitando il Governo a concedere una proroga all’attuazione della riforma, sul modello di quanto fatto per i tribunali minori, per rivedere l’intero assetto. «Il centrodestra che governa Regione e Comune – attaccano i firmatari – sta dimostrando tutta la sua sudditanza politica. Mentre Pescara rafforza la propria centralità, L’Aquila viene svuotata di funzioni e competenze, condannata a un ruolo marginale». Un grido d’allarme che si unisce a quello dei lavoratori, preoccupati per il proprio futuro e per la perdita di un presidio ritenuto strategico per lo sviluppo e l’autonomia del territorio aquilano. Firmato:
Paolo Romano (L’Aquila Nuova),
Lorenzo Rotellini (AVS),
Stefano Albano, Stefania Pezzopane, Stefano Palumbo (PD),
Simona Giannangeli (L’Aquila Coraggiosa),
Alessandro Tomassoni (Gruppo Misto)









