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La FLC CGIL per oltre un anno ha dichiarato la propria contrarietà ad ogni forma di dimensionamento sebbene riconosa che da parte del Governo ci sia stata una parziale modifica all’impianto iniziale. In una nota scrivono:

“Sappiamo che nei dimensionamenti un ruolo significativo lo gioca la politica e che la nostra posizione ai tavoli tecnici è puramente consultiva; tuttavia, proprio perché abbiamo partecipato con chiara posizione di contrasto ai tavoli tecnici e, perché abbiamo chiesto e fortemente voluto l’intervento degli amministratori locali, anche chiedendo l’apertura di tavoli di discussione laddove non ve ne erano, riteniamo che il trattamento riservato alla Provincia dell’Aquila confermi chiaramente che la linea politica, in campagna elettorale, non poteva che essere questa. Poiché la nostra contrarietà ai tagli è dovuta soltanto ad una profonda conoscenza del territorio e delle sue fragilità ci teniamo a ricordare che non condividiamo la proposta assunta dalla Regione. Sacrificare un istituto comprensivo storico e centrale come il Serafini Di Stefano di Sulmona, per il quale il Comune aveva chiesto una deroga sulla base delle enormi ed irrisolte criticità dell’edilizia scolastica cittadina (da noi più volte denunciate), che negli ultimi anni avevano portato alla perdita di utenza, non risolve i problemi, anzi li aumenta. Ci ha stupito che il Comune di Sulmona non fosse presente a portare avanti la linea indicata nella richiesta di deroga al momento in cui questa è stata discussa in CPO. Ci stupisce ancora di più che nulla la politica abbia detto sull’accorpamento dell’IIS Torlonia Bellisario con l’IIS Croce, ad Avezzano che ha portato all’abbattimento di una Dirigenza. Si tratta, infatti, di due istituti superiori normodimensionati, con indirizzi differenziati e tutti di pari dignità. Ci stupisce che lo stesso USP abbia potuto proporre l’accorpamento del liceo artistico Bellisario con l’istituto tecnico Galilei, tra l’altro compiendo un percorso a ritroso. Se una delle ragioni addotte al Piano nazionale di Dimensionamento era il superamento delle reggenze, in questo caso, poiché la reggenza non è dovuta ad incapienza delle iscrizioni, è chiaro che altre sono le ragioni e sono puramente politiche e poco o, ben poco, scolastiche. Il solo risultato è che Avezzano perde una Dirigenza, il prestigioso Liceo Classico Torlonia perde autonomia e un liceo viene accorpato ad un tecnico. È una perdita per la città. Un discorso diverso merita forse quanto accadrà alle scuole dell’Alto Sangro che perdono una dirigenza da anni in reggenza. Anche qui, una delle scuole coinvolte è uno degli unici due istituti alberghieri della nostra estesa provincia. Dovrebbe essere frequentato da molti ragazzi e ragazze provenienti da buona parte della provincia aquilana (Valle Peligna, Alto Sangro, Valle del Sagittario…), visto che l’altro istituto alberghiero si trova nel capoluogo ed accoglie utenza proveniente dall’aquilano e dalla Marsica. Usiamo il condizionale perché questo potrebbe accadere in un mondo perfetto, dove fossero in rete i servizi pubblici, a partire dai trasporti. Anche qui, la politica non trova altra soluzione che tagliare e ridurre. Quindi, se, almeno due delle quattro province abruzzesi, possono ritenere che, la deroga del decreto Milleproroghe abbia in qualche modo migliorato il piano, questo non è possibile per la provincia dell’Aquila. La FLC CGIL dell’Aquila non si rassegna alla politica dei tagli, né plaude ad una misura che non sia strutturale, significativa, condivisa e che, soprattutto, non segni un reale cambio di strategia da parte del Governo, ma anche della politica locale. La retromarcia del MIlleproroghe ha valore temporaneo e parziale, ma sappiamo bene che è un passo indietro che riconosce il contrasto che in più di un anno la FLC CGIL ha portato avanti con coerenza su tutto il territorio nazionale. Continueremo a lottare contro un Piano di dimensionamento che non corrisponde al territorio e alle sue esigenze in termini di un investimento tale da scongiurare quella apatica rassegnazione alla desertificazione che esprime la politica locale, troppo spesso concentrata in soluzioni a breve termine e quasi personalistiche. Lo faremo organizzando iniziative ed assemblee e provando a far capire a chi opera nel mondo della conoscenza che c’è un limite a cui si può mettere fine esercitando i diritti di cittadinanza”, conclude la nota.

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