
Il Presidente D’Amore scrive a Meloni: “Serve un anno di proroga e un fondo di rotazione. Così i piccoli comuni non ce la fanno”
“Un’opportunità storica che rischia di trasformarsi in una delusione cocente”. Così il Presidente del Parco Regionale Sirente Velino, Francesco D’Amore, lancia un grido d’allarme sulla gestione dei Fondi Sviluppo e Coesione 2021-2027, chiedendo ufficialmente al Governo un intervento urgente per evitare che decine di progetti cadano nel vuoto. Con una lettera indirizzata alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, D’Amore chiede una proroga di un anno sui tempi di realizzazione dei progetti e l’istituzione di un fondo di rotazione, indispensabile per garantire la sostenibilità finanziaria soprattutto dei piccoli enti, oggi in seria difficoltà. Grazie all’accordo firmato il 4 febbraio 2024 da Meloni e dal Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, alla regione sono stati assegnati oltre 1,3 miliardi di euro in fondi FSC, con l’obiettivo di rafforzare le infrastrutture, combattere lo spopolamento e colmare gli squilibri tra costa e aree interne. Tra i beneficiari anche il Parco Sirente Velino, con tre progetti approvati per un totale di quasi 10 milioni di euro:
- Invaso artificiale antincendio in Agro Campana – 7,85 milioni di euro
- Per una montagna in sicurezza – 970mila euro per la ristrutturazione di 3 rifugi sul Velino
- Escursioni nella storia pastorale – 1 milione di euro per il recupero di 3 rifugi sul Sirente
“Abbiamo progetti concreti e cantierabili – spiega D’Amore – ma le regole attuali rendono impossibile portarli avanti: niente anticipazioni, rendicontazioni semestrali solo su fatture già saldate, e cronoprogrammi rigidi che ignorano le difficoltà burocratiche dei piccoli enti”. Il presidente del Parco denuncia una situazione sempre più diffusa: molti Comuni, impossibilitati a sostenere economicamente le spese iniziali, stanno rinunciando ai progetti FSC, pur in presenza di risorse già assegnate. “Non è sufficiente firmare i contratti o avviare le gare: per rispettare le scadenze bisogna saldare tutto entro sei mesi. Un meccanismo insostenibile per chi non ha liquidità”. D’Amore chiede al Governo di rivedere l’impostazione attuale: “Se davvero si vuole investire nelle aree interne, bisogna metterle in condizione di partecipare. Chiedo al Governo Regionale e a quello nazionale di darci strumenti concreti: un fondo di rotazione per anticipare i costi e una proroga di almeno un anno per poter partire con i lavori”. Per questo ha inviato una richiesta formale di incontro a Giorgia Meloni, in qualità di prima firmataria dell’accordo di coesione. “Non chiediamo privilegi, chiediamo equità”, conclude il Presidente.