SULMONA – “Pensare di amministrare il Comune, privandosi dell’assessore delegato al Bilancio, è una strategia irresponsabile, ancor più grave privarsi dell’assessore alle società Partecipate nel momento in cui i sindaci dei Comuni soci sono ancora in attesa di conoscere l’agognato bilancio del Cogesa”. Ad affermarlo in una nota è l’ex consigliere comunale, Gaetano Pagone, per conto dell’associazione Con Sulmona, ovvero il gruppo di ex amministratori di area centrodestra che intervengono a proposito del mancato riassetto delle deleghe in Giunta, dopo le dimissioni dell’assessore comunale Stefano Mariani, dovute alla vicenda dell’assunzione della moglie nella coop. Per il sindaco, Annamaria Casini, non è una priorità per il momento procedere con la riorganizzazione delle deleghe. Per gli ex, che tornano in auge, si tratta di un “gesto irresponsabile”. “Non può non rilevarsi che la Casini, nel valzer di assessori che hanno scandito la vita amministrativa (circa 16 assessori si sono avvicendati in questi anni a Palazzo S. Francesco), ha difficoltà a ricomporre la giunta. Infatti, nel gioco degli assessori nominati e successivamente giubilati in quanto sacrificati alle logiche delle alleanze di potere, potrebbe aver esaurito la platea degli aspiranti o il timore di rompere i precari equilibri della maggioranza o cosa ancor più preoccupante l’interesse a gestire personalmente le citate problematiche senza avere il contro altare di un nuovo assessore espressione di questo o quel gruppo consiliare di maggioranza, non confrontandosi con le variegate componenti della maggioranza stessa rinchiusa com’è in se stessa”- tuona Gaetano Pagone. Il sindaco secondo statuto può sostituire l’assessore ma anche farne a meno a condizione che nell’esecutivo restino almeno quattro componenti, primo cittadino compreso. Le deleghe di Mariani passano per il momento nelle mani del sindaco, tra cui bilancio e partecipate, proprio alla vigilia del cambio governance per il Cogesa. Per questo da più fronti si sta spingendo per un rimpasto ma per la Casini, almeno per il momento, tutto può restare com’è.
Andrea D’Aurelio
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