banner
banner

L’AQUILA – “Non si possono sprecare tutti i sacrifici fatti fino ad oggi qui in città, motivo per cui, nonostante gli aquilani abbiano dimostrato grande senso di responsabilità, l’aumento dei nuovi casi di questi ultimi giorni non è di certo sottovalutare: c’è un po’ di apprensione ma fa ben sperare il fatto che si tratti di fenomeni circoscritti a soli due nuclei familiari di stessa nazionalità straniera, comunque sotto controllo”.

Lo affermano i consiglieri comunali de ”Il Passo Possibile” Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio e Americo Di Benedetto.

“Bisogna, però, capire se la verifica effettuata possa considerarsi sufficiente o se, al contrario, sia opportuno porre l’attenzione dovuta, in maniera ferma e decisa, sulla mobilità di rientro nella nostra città e, nei casi positivi eventualmente accertati, un maggior controllo del necessario confinamento fino all’uscita definitiva dal contagio. Anche in questo senso, dal punto di vista sanitario, la capacità organizzativa di prevenzione può risultare decisiva”

Tutto questo anche in visione di una probabile circolazione congiunta in autunno di virus influenzali e quindi è evidente come l’accesso dei pazienti nelle strutture preposte e la loro accoglienza, quantitativa e qualitativa, necessiterà di ancor maggiori accortezze.

Le locali vaccinazioni antinfluenzali ed antipneumococciche, fino allo scorso anno, erano gestite dal servizio di Igiene e Prevenzione Collemaggio, dai Distretti sanitari (San Demetrio-Tornimparte), negli ambulatori dedicati e domiciliarmente per pazienti con patologie annesse particolari.  Pensare di affrontare una campagna vaccinale con pochi posti a disposizione, senza un accesso libero nei locali di riferimento e con tempistiche di intervento dilatate tra le varie prestazioni sui pazienti, ad oggi appare davvero impossibile, tenendo conto, fra l’altro, che negli studi medici accedono anche coloro che devono essere visitati per altre patologie e non per sottoporsi esclusivamente alla vaccinazione.

Per questo, ribadiscono i consiglieri, è necessario riorganizzare le strutture sanitarie territoriali, quelle che, fin dal primissimo proliferare del COVID-19, hanno gestito al meglio l’emergenza: con una ancor più precisa definizione dei ruoli (team formato da medici, specializzandi, fisioterapisti e tecnici della prevenzione).  Una soluzione potrebbe essere quella di mettere a disposizione, da parte della ASL,  locali, siano essi tensostrutture o edifici in disuso come quelli presenti presso il complesso di Collemaggio, dove ogni gruppo di medici di famiglia, per i pazienti afferenti ad esso, potrebbe organizzare delle turnazioni, creando così non solo una continuità oraria nelle vaccinazioni ma anche un’ampia “rete” di offerta sul territorio

“L’eventuale Covid autunnale, rispetto a quello primaverile, ha il vantaggio della conoscibilità, che non deve però essere resa vulnerabile né dai comportamenti individuali né dalla mancata applicazione delle regole precostituite, non da ultime l’imprescindibile utilizzo dei dispositivi di sicurezza”, concludono i consiglieri.

Lascia un commento