
Le organizzazioni sindacali dei pensionati di CGIL, CISL e UIL dell’area peligna tornano a chiedere un confronto serio e costruttivo con la nuova amministrazione comunale di Sulmona. Dopo la firma, avvenuta il 12 ottobre 2023, del Protocollo d’intesa con la precedente giunta, i rappresentanti dei pensionati hanno inviato nei giorni scorsi una richiesta al sindaco e all’assessore alle Politiche sociali per verificare lo stato degli impegni assunti allora e rilanciare il dialogo sulle politiche dedicate alla popolazione anziana. Quel protocollo, ricordano i sindacati, non era un semplice documento formale, ma un patto concreto per rendere stabile la consultazione tra Comune e parti sociali, soprattutto in occasione della stesura dei bilanci e dei documenti di programmazione. L’obiettivo era — ed è tuttora — quello di costruire insieme politiche che tengano conto delle fasce più fragili della cittadinanza, in particolare pensionati e persone a basso reddito. Tra i punti principali dell’intesa figuravano temi cruciali: dal sostegno al reddito e la fiscalità locale, alle politiche sociali e sanitarie, fino alla non autosufficienza, all’emergenza abitativa e alla promozione dell’invecchiamento attivo. Il protocollo prevedeva anche un impegno specifico sulle politiche di genere, con l’intento di sostenere i servizi per l’infanzia, il lavoro femminile e i centri antiviolenza. Sul piano operativo, le parti avevano previsto l’attivazione di due tavoli permanenti: uno dedicato alla sanità e alle politiche socio-sanitarie, per tutelare e potenziare i servizi dell’ospedale di Sulmona, e uno su lavoro, sviluppo e mobilità, per affrontare in modo coordinato le difficoltà economiche e demografiche dell’area peligna. Oggi i sindacati chiedono di ripartire da lì. “Chiediamo – affermano i rappresentanti Enio Mastrangioli (SPI-CGIL), Elvezio Sfarra (FNP-CISL) e Augusto Di Giustino (UILP-UIL) – che si apra al più presto un nuovo confronto con la giunta comunale. È importante verificare cosa è stato fatto e cosa resta da fare, per dare continuità a un lavoro utile non solo agli anziani ma all’intera comunità.” Un appello al dialogo, dunque, per far sì che la politica sociale della città non perda di vista chi più ha bisogno di ascolto, tutela e partecipazione.









