
C’è un Abruzzo che cammina con passo nuovo. Un Abruzzo che ascolta e si apre, che sceglie l’inclusione non come eccezione, ma come regola. È questo il senso profondo del nuovo progetto che rende accessibile a tutti, anche alle persone con disabilità, il Cammino Grande di Celestino. Non parliamo solo di sentieri, ma di un’idea di viaggio che attraversa l’anima del territorio, dalla costa alle aree interne, toccando tre province e due parchi – il Parco nazionale della Maiella e quello regionale del Sirente Velino. L’obiettivo è semplice ma rivoluzionario: permettere anche a chi ha difficoltà motorie, sensoriali o altre fragilità di vivere l’esperienza del cammino, della scoperta, dell’incontro con una natura generosa e una storia millenaria. A dare concretezza al progetto, sostenuto con 1,7 milioni di euro dal Fondo unico per l’inclusione, è un’alleanza tra enti pubblici e istituzioni, guidata dalla Regione Abruzzo, con il sostegno del Ministero delle Politiche sociali. L’iniziativa è stata presentata dall’assessore Roberto Santangelo e dal sottosegretario al Turismo Daniele D’Amario, che hanno sottolineato il valore strategico di questo nuovo passo verso un turismo che non esclude nessuno. Non è la prima volta che l’Abruzzo mostra di credere davvero in un turismo accessibile: il precedente progetto Bike to coast, dedicato alla mobilità dolce, aveva già aperto la strada. Ora quel modello si estende all’entroterra, lungo le vie spirituali del Cammino di Celestino, che oggi più che mai vuole essere il Cammino di tutti. Tra gli obiettivi concreti ci sono servizi pensati per l’accessibilità, nuove infrastrutture, una comunicazione più chiara e fruibile, ma anche attività ludico-ricreative e soluzioni che rendano l’esperienza del viaggio più semplice e sicura per chi ha bisogni particolari. E mentre crescono i numeri del turismo nelle aree interne e montane – come ha ricordato D’Amario – cresce anche la consapevolezza che il vero sviluppo passa per l’inclusione. L’Abruzzo si muove in questa direzione con passo deciso, dimostrando che un territorio è davvero accogliente solo quando riesce a farsi casa per tutti.









