banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner

La questione delle sedi degli uffici comunali a L’Aquila è una delle problematiche più rilevanti per la città, da tempo al centro del dibattito pubblico e politico. Dalla prima ipotesi di realizzare una sede unica a Collemaggio, proposta che, dopo anni di attesa, non si è concretizzata, fino all’idea di una “sede diffusa” nel centro storico, sono passati ormai otto anni senza risultati concreti. Eppure, la situazione non sembra migliorare, con il Comune che continua a spendere milioni in fitti passivi, a discapito di una pianificazione che avrebbe dovuto garantire efficienza, sicurezza e risparmio.

La Sede Unica: Una Promessa Mai Realizzata

La prima ipotesi, quella di spostare la sede unica degli uffici a Collemaggio, sembrava un’opportunità per ridare vita a un’area centrale e fondamentale per la città. Tuttavia, il progetto è rimasto bloccato, con i tempi che si allungavano e le promesse che non venivano mantenute. Nonostante le dichiarazioni iniziali, il piano di realizzare scuole a Collemaggio, che doveva essere una parziale alternativa alla sede unica, non è mai decollato, segnando un altro fallimento della Giunta. Nel frattempo, nel 2022, la Giunta ha avanzato una seconda proposta, che prevedeva la creazione di una “sede diffusa” nel centro storico. La proposta, però, ha sollevato numerosi dubbi e critiche. Il progetto prevedeva un investimento di circa 11 milioni di euro per il primo lotto dell’autoparco, con la restante parte dei fondi destinata alla ristrutturazione di immobili nel centro storico. A distanza di mesi, però, non sono stati avviati neppure i lavori per il primo lotto e, anzi, molti degli edifici individuati per ospitare gli uffici comunali sono stati destinati ad altri usi, come nel caso della scuola Edmondo De Amicis, che non sarà né scuola né ufficio, ma probabilmente sede di associazioni.

Fitti Passivi: Un Peso Economico Sostenuto dalla Città

Nonostante l’intento di razionalizzare gli spazi e di abbattere i costi, i fondi per la sede unica sono rimasti fermi e i fitti passivi sono continuati a essere una voce di spesa considerevole per il Comune. Da 2017 a oggi, circa 8 milioni di euro sono stati spesi senza che si vedessero realizzati interventi strutturali né miglioramenti per la città. Questi soldi, se invece fossero stati investiti in progetti di sviluppo per la città o nella ricostruzione post-terremoto, avrebbero potuto portare benefici concreti alla comunità, riducendo l’onere fiscale e aumentando la spesa sociale.

La Scelta dell’Acquisto Privato: Un Grande Bluff

Nel 2024, il Comune ha deciso di acquistare un condominio da privati per ospitare circa 100 dipendenti comunali, spendendo 5 milioni di euro, tra fondi diretti e permute di patrimonio immobiliare. Questa decisione ha suscitato non poche perplessità, dato che l’immobile acquistato è privo di spazi adeguati per i parcheggi, fondamentale per garantire un accesso efficiente agli uffici. Inoltre, la scelta di investire in un edificio che non risolve i problemi di distribuzione degli uffici e che non affronta le carenze strutturali del centro storico, appare come una soluzione temporanea che non soddisfa le reali esigenze della città.

Una Città Senza Una Visione Chiara

A distanza di otto anni, la situazione resta invariata: niente sede unica nel polo amministrativo, niente sede diffusa nel centro storico, niente parcheggi adeguati per dipendenti e utenti, niente risparmi né in termini di mezzi né di personale. La città continua a non avere un piano chiaro e condiviso per la sua riorganizzazione, tra scelte sbagliate, cantieri incompleti e la gestione approssimativa del patrimonio pubblico. L’onorevole Stefania Pezzopane, Consigliera del Comune dell’Aquila, torna sulla questione con una riflessione che non lascia spazio a equivoci: “Dopo otto anni, è evidente che siamo di fronte a un grande bluff. I fondi destinati alla sede unica, previsti dalla delibera CIPE 135/2012, non sono stati utilizzati in alcun modo, mentre la città continua a pagare per scelte che non portano a risultati concreti. È una precisa responsabilità di danno erariale che speriamo venga verificata dalla giustizia contabile.”

La Memoria del 6 Aprile 2009

Il 6 aprile 2009, il terremoto che ha devastato L’Aquila ha reso inagibili tutti gli uffici della pubblica amministrazione, costringendo la città a trovare soluzioni temporanee e spesso inadeguate. Il finanziamento messo a disposizione dal governo nel 2012 per dotare il Comune di una sede sicura, moderna ed energeticamente efficiente non ha avuto alcun seguito. Non solo gli uffici non sono stati riorganizzati, ma il continuo sperpero di soldi pubblici in fitti passivi ha aggravato ulteriormente la situazione, impedendo qualsiasi vero progresso. In conclusione, la città dell’Aquila merita una pianificazione chiara e una gestione responsabile delle risorse. Gli aquilani non possono continuare a pagare per anni di incertezze e promesse non mantenute. Ora è il momento di fare chiarezza, di dare risposte concrete e di dare finalmente un destino al centro storico della città.

Lascia un commento