
L’Aquila – Il Consiglio comunale dell’Aquila ha respinto un ordine del giorno che chiedeva la condanna del premier israeliano Benjamin Netanyahu, accusato nel testo di essere responsabile del genocidio nella Striscia di Gaza. La proposta era stata avanzata dalle consigliere Simona Giannangeli (L’Aquila Coraggiosa) e Stefania Pezzopane (PD), ma non ha ottenuto il sostegno necessario: 10 voti favorevoli contro 17 contrari, tutti espressi dai gruppi di centrodestra.
Durante la seduta, non sono mancate le tensioni. «Il sindaco e la sua maggioranza hanno scelto di non condannare Netanyahu, chiudendo gli occhi davanti a quanto sta accadendo a Gaza», ha dichiarato Giannangeli. A sostegno della mozione anche il consigliere Lorenzo Rotellini, che ha denunciato le gravi condizioni in cui vivono i civili palestinesi, citando Amnesty International e parlando di azioni che «potrebbero configurarsi come genocidio». Altri consiglieri di opposizione hanno espresso preoccupazione per il ruolo dell’Italia nell’export di armi, invocando maggiore trasparenza e responsabilità.
Dal canto suo, il sindaco Pierluigi Biondi ha respinto duramente le accuse. «Non possiamo trasformare il Consiglio comunale in un’arena ideologica», ha detto. «Il testo presentato ignorava completamente gli attacchi del 7 ottobre, la questione degli ostaggi israeliani e le responsabilità di Hamas, riconosciuta come organizzazione terroristica dall’Unione Europea».
Biondi ha annunciato l’intenzione di presentare un nuovo ordine del giorno bipartisan, che condanni ogni forma di violenza, compresi i crimini commessi da Hamas, e richiami ai principi già espressi dal governo italiano: cessate il fuoco, protezione dei civili, soluzione politica con due popoli e due Stati.
Il dibattito ha messo in luce una netta spaccatura tra maggioranza e opposizione, su un tema internazionale complesso e drammatico. Da un lato chi chiede una condanna esplicita verso Israele, dall’altro chi rivendica un approccio più bilanciato, che non dimentichi le violenze perpetrate da Hamas. Il Consiglio comunale tornerà probabilmente a discutere dell’argomento nei prossimi giorni, con una nuova proposta che possa ottenere un consenso più ampio e, soprattutto, parlare davvero di pace, senza semplificazioni né slogan.