Il partito Democratico stila un’analisi del voto amministrativo appena conclusosi. Nel suo intervento, il segretario regionale del Pd Michele Fina afferma che la destra in Abruzzo sta arretrando. Le divisioni del centrodestra sono un riflesso delle insoddisfazioni dei cittadini per l’operato dell’amministrazione regionale a guida Marsilio. A Chieti va avanti il candidato della sinistra cosi come ad Avezzano. “In generale, quasi ovunque, il Partito Democratico conferma i sindaci e le amministrazioni uscenti, altri Comuni li conquistiamo con risultati clamorosi, penso ai centri in provincia di Pescara e dell’Aquila. In altri non ce l’abbiamo fatta perché abbiamo ereditato divisioni del passato, ma rivendichiamo di non averne aggiunte di nuove: anche dove ha perso, il Pd c’è, come infrastruttura democratica” afferma Fina, “Abbiamo la responsabilità di prepararci a essere alternativi in una fase politica particolarmente delicata, in cui si intersecano la crisi economica che mostrerà ancora conseguenze nei prossimi mesi e la necessità di gestire la notevole mole di risorse in arrivo dall’Unione europea, che dovranno cambiare anche l’Abruzzo”.
Il sindaco ex Pd di Francavilla Antonio Luciani, ha parlato di risultati molto deludenti per il Pd.
La presidente del Pd Abruzzo, Manola Di Pasquale, afferma invece che i risultati del voto sono il risultato del lavoro e progettualità messi in campo dal Pd nei territori, “dove sono stati accantonati personalismi e conflittualità, che invece si manifestano in modo evidente tra i partiti che governano la Regione”.
Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, afferma che “le elezioni locali hanno chiaramente un impatto a livello regionale, e sono il segnale che un presidente che arriva da fuori e che non è in grado di costruire unità. A Chieti Ferrara, al contrario di Di Stefano, ha raccolto migliaia di voti in più delle liste che le sostengono. Può raccogliere al ballottaggio il consenso di tutti quelli che chiedono il cambiamento rispetto alla gestione degli ultimi dieci anni. E’ stata bocciato l’approccio presuntuoso di chi ha voluto imporre i candidati da Roma”.
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