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Da un lato Marsilio, al fine di salvaguardare i presidi ospedalieri, firma un’ordinanza con la quale stabilisce che gli accessi in tutti i nosocomi abruzzesi sono obbligatori con il green pass, dunque anche con il tampone a pagamento, dall’altro Biondi regala tamponi gratis, da effettuare presso due farmacie comunali, a chi, sprovvisto di green pass, voglia accedere agli spettacoli previsti nel cartellone della Perdonanza. Un’amministrazione comunale che si occupa dunque di far tamponare e non di far vaccinare la popolazione, soprattutto per far andare agli spettacoli della Perdonanza che sono a numero chiuso per il COVID, non per andare a lavorare o a studiare. I cittadini che effettuano un tampone rapido in farmacia pagano 15 euro: si tratta di un costo calmierato in base a una disposizione di legge e a un preciso protocollo con Assofarma e di una spesa che effettuano di tasca propria per svolgere attività inderogabili in assenza di vaccino. Ci chiediamo se la presidente AFM abbia qualcosa da dire a riguardo o avalli con il suo silenzio l’ennesimo scenario raccapricciante che si offre nella città del panem et circenses. Ogni giorno i cittadini che si recano alle strutture ospedaliere sono costretti a fare tamponi a proprie spese per poter accedere alle visite programmate o per accompagnare qualcuno. Tra questi vanno considerati anche chi ha disagi economici: se si hanno risorse da spendere si dovrebbero programmare proprio in favore di chi deve sostenere spese aggiuntive, ma necessarie a prevenire possibili trasmissioni, per motivi di salute. Altro grande assente in questa occasione è infatti l’assessore alle politiche sociali Francesco Bignotti che avrebbe dovuto far sentire la propria voce a difesa dei fragili.
Quello che ci preoccupa maggiormente è il messaggio più subdolo che lancia Biondi, cioè quello che si possa fare a meno delle vaccinazioni tanto da avere persino in regalo il tampone che attesti la (presunta) negatività per andare a divertirsi; il tutto pagato con i soldi dei contribuenti. Una situazione vergognosa dalla quale prendiamo con forza le distanze, la stessa forza con la quale chiediamo al prefetto e alla Corte dei Conti di intervenire.

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