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Nella seduta pomeridiana di oggi, il Consiglio comunale dell’Aquila ha dato il via libera al rilascio del permesso di costruire per la demolizione e la ricostruzione di un fabbricato in via Rocco di Corno, in centro storico, distrutto dal sisma 2009.

Via libera anche a due cambi di destinazione d’uso da deposito a commerciale di due locali a via Sallustio e via Rosso Guelfaglione.

Deliberata anche la variante al programma costruttivo per la realizzazione di un progetto di edilizia convenzionata a Paganica.

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità, con la sola astensione della Lega, la mozione del Capogruppo Cambiare insieme, Lelio De Santis, che invita a riconsiderare in modo puntuale e complessivo l’ordinanza dirigenziale n.23/20 con la quale il Comune ha intimato alla Cooperativa Fraterna Tau, soggetto gestore, la demolizione di tutto il Complesso Celestino V, compresa la mensa dei poveri: “Si è trattato di un atto importante, di grande sensibilità e di buon senso, da parte di tutti i consiglieri comunali, che ringrazio, afferma de Santis, per aver riparato ad una decisione dirigenziale umorale ed istintiva, che rischiava di privare la città di una struttura sociale utile ed apprezzata soprattutto per il sostegno e l’aiuto che garantisce alle famiglie indigenti e bisognose. La struttura realizzata nel post terremoto, ai sensi della delibera n.58, anche sul piano tecnico-amministrativo è rispondente alle norme, al di là dei formalismi,  fino al rientro nella sede originaria di via dei giardini. Ho ricordato all’assemblea che il rispetto dei termini delle autorizzazioni ai sensi della suddetta delibera non è stato mai invocato e tanto meno sono state assunte Ordinanze di demolizione per nessuna delle oltre 5.000 casette realizzate, con o senza autorizzazione comunale! È sembrato, pertanto, strano ed incomprensibile che il Comune volesse demolire solo il Complesso di Celestino V, una struttura destinata al culto, all’assistenza sociale ed ai poveri! In attesa che il Tar si pronunci nel merito, è importante che il Consiglio comunale abbia detto una parola chiara e responsabile a tutela di chi opera a favore della collettività!”.

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