
Riteniamo gravissimo il continuo rinvio richiesto dal Direttore Generale della ASL1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Ferdinando Romano, riguardo alla convocazione dinanzi alla Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo. La richiesta di convocazione, inoltrata dalla CGIL, riguarda il tema degli avvisi di pagamento inviati dalla stessa ASL1, tramite l’Agenzia delle Entrate, a migliaia di cittadini e cittadine. Con questo ennesimo comportamento, Ferdinando Romano conferma, ancora una volta, di essere un corpo estraneo al nostro territorio, dimostrando un totale disinteresse nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma soprattutto delle cittadine e dei cittadini di questo territorio, che avrebbero diritto ad avere risposte chiare e certezze sull’operato della ASL1. Nel dettaglio, il 20 febbraio scorso si sarebbe dovuta svolgere l’audizione dinanzi alla Commissione di Vigilanza per discutere gli avvisi di pagamento, che, nella maggior parte dei casi, sembrano essere illegittimi. Secondo la normativa attuale, una prenotazione per una visita sanitaria può essere disdetta fino a tre giorni prima dell’appuntamento, mentre oltre tale termine è prevista una sanzione pari al costo del ticket, anche se il cittadino decide di non fruire più della prestazione. Tuttavia, molti degli avvisi inviati fanno riferimento a annualità passate e sembrano essere stati emessi senza alcuna logica. Fino a poco tempo fa, la ASL1 aveva adottato una prassi informale per la disdetta delle prestazioni sanitarie: una semplice telefonata al CUP, senza ricevere alcuna conferma scritta o ricevuta della disdetta. Questo ha creato una situazione in cui i cittadini della Provincia dell’Aquila sono ora costretti a pagare per disdette di prenotazioni, per le quali, peraltro, la ASL1 non è in grado di fornire alcuna prova. A peggiorare la situazione, gli avvisi di pagamento sono stati inviati proprio alla fine dell’anno, a ridosso della chiusura del bilancio della ASL1, che risulta essere la più indebitata della Regione Abruzzo. Sembra che i cittadini debbano farsi carico del debito accumulato dalla stessa ASL1, la quale, non solo non ha risolto i problemi del sistema sanitario, ma li ha esacerbati, danneggiando i cittadini e i servizi sanitari. È essenziale che il Direttore Generale comprenda che, nel suo ruolo, ha la responsabilità di gestire la cosa pubblica nell’interesse della collettività, che merita di essere rispettata, ascoltata e tutelata. Un ruolo che implica anche il rispetto dei principi di universalità e gratuità dei servizi sanitari. Il Direttore Generale non solo non ha risolto molte delle problematiche che affliggono il nostro sistema sanitario, ma le ha addirittura alimentate. Alcuni esempi includono:
- La gestione inefficace dei Nuclei di Cure Primarie.
- Le liste d’attesa interminabili.
- La carenza di personale.
- Il mancato scorrimento della graduatoria O.S..
- La mancata internalizzazione di tutto il personale dell’azienda sanitaria.
- Il mancato pagamento, da oltre un anno, delle società che forniscono servizi di manutenzione e pulizia.
- La collocazione delle Case di Comunità all’interno degli ospedali, a discapito della funzione di prossimità sanitaria.
- Il peggioramento della mobilità sanitaria e l’aumento dell’esposizione debitoria.
- La mancata riapertura della RSA di Montereale e la desertificazione sanitaria nelle aree interne della provincia.
In aggiunta a questi problemi, il Direttore Generale continua a sfuggire alle proprie responsabilità, non presentandosi nelle sedi istituzionali per giustificare le sue azioni (o inazioni) fino a oggi. Quello che la collettività ha bisogno è di risposte concrete, certezze e un rispetto del diritto alla salute. Ecco perché ribadiamo quanto già detto in passato: l’unica strada per superare la situazione attuale è la dimissione immediata del Direttore Generale e l’avvio di una nuova fase di rilancio del sistema sanitario provinciale, a tutela del diritto al lavoro e al salario di tutto il personale, e del diritto alla salute di ogni cittadino.