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“Colpisce la trasformazione di Giorgia Meloni da combattiva donna del popolo ad accigliata Presidente nel Palazzo, chiusa a firmare carte invece che ad ascoltare le difficoltà delle cittadine e dei cittadini abruzzesi – afferma il senatore abruzzese e tesoriere nazionale del Partito Democratico Michele Fina –  Siamo orgogliosi che, per contro, la Segretaria del Pd nei giorni scorsi in visita in Abruzzo abbia scelto di visitare ospedali, fabbriche, piazze, piccoli Comuni, strade dissestate in attesa di ripristino, aziende agricole, centri anti violenza, sindacati ed associazioni di categoria, aree naturali protette falcidiate dalla destra”.

“La Presidente Meloni invece ha avuto il coraggio di rappresentare alle e agli abruzzesi uno scorretto gioco delle tre carte: prima ha tagliato i fondi PNRR destinati all’Abruzzo per un miliardo e mezzo e poi li “sostituisce” con fondi europei che in realtà già sono dell’Abruzzo. Sarebbe come dire ad un lavoratore al quale non vengono pagati gli stipendi per un anno, che in cambio può avere gli stipendi non pagati degli anni precedenti; gli uni e gli altri sono sempre del lavoratore che ha diritto ad averli. Invece i Governi Meloni e Marsilio vendono dei diritti come favori e mentono sapendo di mentire. Sta di fatto che in questi cinque anni di disastrosa amministrazione Marsilio i pendolari che si muovono dall’Abruzzo a Roma non hanno guadagnato un solo minuto di tempo. Siamo ancora alla preliminare firma delle carte. Stessa cosa per i nuovi ospedali, per il personale che manca in tribunali e carceri, per il sistema irriguo del Fucino”. 

“A proposito, un’ultima nota di pessimo colore: dopo aver sentito Marsilio chiamare i marsicani, “marsicanesi”, ieri Giorgia Meloni ha parlato del Fùcino (che da sempre ha l’accento sulla “u”) chiamandolo “Fucìno”. Parliamo non di un territorio qualunque ma del collegio elettorale dell’Onorevole Meloni. Forse pensa che questo territorio sia solo una fucìna di voti non meritati, da parte di chi non conosce i nomi dei luoghi, figuriamoci i luoghi stessi, le persone che li abitano, i loro problemi e le loro potenzialità”. Conclude il senatore Fina

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