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Come nelle peggiori tradizioni elettoralistiche, sono stati inaugurati da Bignotti a due giorni dal voto due alloggi delle abitazioni equivalenti per la realizzazione del Durante e Dopo di Noi: siamo purtroppo abituati dall’ennesima operazione svolta senza alcuna forma di concertazione e programmazione con i possibili portatori di interesse, le famiglie e le associazioni che da anni sono impegnate ad accogliere e ad assistere persone con disabilità fisica e psico relazionale. Inoltre, a detta dell’assessore Bignotti, si tratta di due appartamenti che ospitano dieci persone con disabilità mentre sono riservate solo due camere per gli operatori: un rapporto totalmente sproporzionato. Infine, non è stato chiarito come e da chi verrà gestito il servizio. Il rischio che si verifichi un’ennesima struttura puramente assistenziale che non permetterà di fatto l’integrazione e l’inclusione sociale delle persone con disabilità è sempre più concreto. Per promuovere l’effettiva emancipazione delle persone con disabilità è necessario, in base a quanto previsto dalla legge Durante e Dopo di Noi, intervenire andando realmente oltre le mere ed esclusive logiche di assistenza residenziale e di supporto materiale e avviare, al contempo, percorsi volti al potenziamento di tutte quelle abilità necessarie al raggiungimento di un maggior grado di autonomia nella gestione del tempo libero e soprattutto nelle diverse aree di vita quotidiana: personale, domestica e relazionale. I due alloggi inaugurati snaturano invece la logica per cui è stata istituita la legge 112/2016 che parte dal presupposto che si debbano ricreare microcontesti familiari rinunciando a ogni tipo di intervento che riproduce dinamiche istituzionalizzanti. Mettere dieci persone con disabilità ad alta o bassa intensità, anche questo da chiarire, non è di fatto funzionale e non è coerente con le finalità della legge. Tali disfunzioni nascono perché manca un rapporto di interlocuzione tra il territorio e l’amministrazione comunale finalizzato alla co-programmazione e co-progettazione prevista dall’art. 55 del codice del Terzo Settore e manca la giusta sinergia con le esperienze già attivate dai soggetti della solidarietà organizzata. Attraverso la legge 112/2016, si è oltrepassata la concezione secondo la quale gli unici attori deputati a programmare e gestire servizi per la disabilità debbano essere esclusivamente istituzionali e si è dimostrato, al contrario, come un lavoro di co-progettazione possa portare risultati inattesi e di grande valore. Inoltre, tale intervento non tiene conto del progetto approvato dalla giunta Cialente – sostenuto fortemente dalle associazioni e dal compianto Adriano Perrotti – di realizzare un centro di prima accoglienza sia residenziale che socioculturale per persone con disabilità nel centro storico dell’Aquila in via Antinori, tra l’altro oggetto di uno specifico finanziamento della Protezione Civile in funzione della ricostruzione sociale dopo il sisma del 2009. Lo spazio di Via Antinori è stato concepito come luogo strategico e di coordinamento anche delle realtà presenti sul territorio del Comune dell’Aquila gestite dal volontariato e che hanno a disposizione strutture adeguate alla realizzazione del Durante e Dopo di noi (realtà totalmente ignorate dalla Giunta Biondi) con le quali è necessario costruire reti di collaborazione e integrazione dei servizi di accoglienza per ottimizzare le risorse e dare sostenibilità al sistema. In conclusione, emerge con chiarezza come l’attuale amministrazione sia lontana dalla concezione un Welfare community volto a far fronte all’attuale crisi, sempre più evidente, dello Stato sociale, oggetto di smantellamento negli ultimi decenni.

 

 

 

 

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