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“Come da tempo avevamo paventato, per l’ennesima volta il resoconto della riunione del Tavolo per il monitoraggio dell’attuazione del D.M. 70/2015 (riorganizzazione della rete ospedaliera), nella seduta del mese di febbraio ha decretato una nuova bocciatura da parte del Ministero della salute, Economia, Conferenza Regioni. E’ incredibile, quasi una sfrontatezza, come il centrodestra abruzzese, con il duo Marsilio-Verì, continui a prendere in giro gli abruzzesi e lo stesso Governo, presentando documenti incompleti, piani irrealizzabili e scelte che non portano avanti, galleggiando in una eterna propaganda alle spese del diritto alla salute degli abruzzesi, grandi e piccini.
La riorganizzazione della rete ospedaliera partorita dall’agenzia regionale, è semplicemente ridicola, priva di un minimo senso di programmazione reale, che sia basata sulle esigenze sentite e su costi sostenibili per la nostra Regione. Il centrodestra, ormai da quasi quattro anni, sta solo guadagnando tempo. Lo dicemmo già durante la campagna elettorale: le loro promesse, su ogni piazza, erano folli e irresponsabili. 
Oggi a dirlo non siamo solo noi: l’assenza di una programmazione reale, efficace, efficiente e sostenibile, è messa nero su bianco dai tecnici del Ministero che chiedono documenti e integrazioni da mesi e che ribadiscono a chiare lettere che l’unica programmazione vigente è quella del Governo regionale di centrosinistra, ferma al 2018. Questa latitanza di governance comporta conseguenze gravissime, in primis l’impossibilità di utilizzare i fondi che il centrodestra ha ereditato e quelli a disposizione per agire, che ci fanno ribadire, ancora una volta, come il centrosinistra regionale dice ormai da 38 mesi, che la sanità abruzzese è priva di qualsiasi guida, è allo sbando. Frutto di tali lacune è l’esplosione della mobilità passiva, sono migliaia e sempre di più gli abruzzesi costretti a curarsi fuori, o che scelgono di farlo perché non riescono ad avere le prestazioni richieste in regione e così, ogni giorno, le nostre ASL perdono risorse preziose per i propri bilanci problematici, a favore di altre regioni.
Senza l’approvazione della rete ospedaliera, per le ASL, a partire da quella dell’Aquila che versa nella situazione più drammatica, è impossibile stendere il piano del fabbisogno di personale ospedaliero. Questo si traduce nella sofferenza ormai di tutti gli ospedali, nelle insopportabili difficoltà di tanti reparti e soprattutto di pronto soccorso ed emergenza, finiti sulla cronaca in questi giorni. Dalla stampa leggiamo anche che in Abruzzo non si riescono a reperire 2000 medici. Vero è che si continuano ad emanare avvisi pubblici a tempo determinato, per pochi mesi: quale medico si sposta qui per un avviso di pochi mesi, quando può essere assunto in altri ospedali italiani, anche prestigiosi, a tempo indeterminato e realizzare anche un progetto di vita, accanto a quello professionale?
La mancata programmazione, poi, non permette di avviare, sin da adesso, una precisa organizzazione territoriale dell’offerta sanitaria complessiva, oltre a non partire da un’analisi attenta della domanda, sia quantitativa che qualitativa. Ciò quindi sarà un problema grave anche in vista dell’applicazione del DM71, relativo alla riorganizzazione della Sanità Territoriale, per la quale sono previsti oltre 200 milioni di euro da programmare entro pochi mesi. 
Infine una considerazione sull’istituzione del DEA di II livello. Da anni diciamo che l’unica soluzione politica e tecnica possibile per l’Abruzzo è quella di definire due ospedali DEA di II livello spalmati sui quattro nosocomi: Chieti-Pescara e L’Aquila-Teramo. La strategia della Regione Abruzzo è stata invece quella di non decidere. Ma tutti abbiamo capito che si vuole arrivare, magari dando la responsabilità a Roma, a farne solo uno, quello di Pescara. Anche in questa ottica va letta la folle decisione di aver finto di realizzare un “ospedale Covid” a Pescara, mai entrato in funzione per l’intero Abruzzo, infatti i 200 posti letto sono stati ora inseriti nella dotazione definitiva del Santo Spirito.  Il San Salvatore, di cui da tempo denunciamo le condizioni di precarietà insieme a quelle della sanità aquilana, è ormai mortificato persino nell’acquisto dei farmaci e dei più elementari mezzi di e resterà nosocomio di I livello. Ciò significa minor quantità di investimenti, di specialità e di prestigio per attirare personale qualificato e pazienti, ma avrà ripercussioni importanti sulla Facoltà di Medicina, che non è solo una grande risorsa culturale e scientifica, ma anche economica per il territorio con i suoi iscritti e specializzandi.
Ci stupisce il silenzio di quanti conoscono la situazione e non fanno nulla per cambiarla, accollando alla comunità un danno che gli abruzzesi pagheranno per anni: Biondi, la Lega, Fratelli d’Italia, il Vice Presidente Santangelo, uniti solo
Per il potere, ma nessuno di loro si mobilita per la gente che ogni giorno ha bisogno di cure, che spesso rischia la propria vita perché non può andare fuori a esercitare il suo diritto a curarsi.” La Deputata Stefania PEZZOPANE candidata centrosinistra sferra attacco a Marsilio e Biondi per quanto emerso da tavolo monitoraggio al ministero sanità

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