In Abruzzo si infiamma il dibattito sulla gestione del ciclo dei rifiuti, con un importante schieramento politico e sindacale contrario all’ingresso di privati nelle società pubbliche che si occupano della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. A farsi portavoce di questa posizione sono Paolo Romano, consigliere comunale per L’Aquila Nuova, e Lorenzo Rotellini, esponente di L’Aquila Coraggiosa, che annunciano l’intenzione di presentare un ordine del giorno in Consiglio Comunale a sostegno della battaglia portata avanti dai sindacati in difesa del settore pubblico. Al centro della polemica c’è la delibera Agir, approvata lo scorso novembre, che apre la porta alla possibilità di privatizzare le aziende pubbliche che gestiscono i servizi ambientali in Abruzzo. La proposta prevede che imprenditori privati possano acquisire una quota del 49% del pacchetto azionario delle società che si occupano della gestione dei rifiuti, con il rischio di mettere in discussione la natura pubblica di un servizio essenziale per i cittadini. Romano e Rotellini esprimono sorpresa per la posizione assunta da alcune forze politiche, a cominciare dal sindaco dell’Aquila e presidente dell’Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi. “Ci stupisce come lo scorrere del tempo possa far cambiare le posizioni anche su temi così rilevanti e delicati per i cittadini”, affermano i due esponenti politici. In passato, Biondi aveva sempre difeso la gestione pubblica dei servizi essenziali, tra cui il ciclo dei rifiuti. Tuttavia, a pochi mesi di distanza, il sindaco ha avviato il dialogo con imprenditori privati, suscitando preoccupazione tra i sindacati e le forze politiche contrarie alla privatizzazione.
“Chiediamo che il sindaco Biondi, con coraggio e chiarezza, spieghi alla città le motivazioni dietro questa scelta. Gli scenari che si stanno delineando, infatti, potrebbero compromettere ulteriormente la già difficile situazione finanziaria dell’Asm (Azienda Speciale Municipalizzata) e dei suoi lavoratori”, proseguono Romano e Rotellini.
I due consiglieri ribadiscono la loro opposizione all’ipotesi di società miste, in cui privati e pubbliche amministrazioni condividono la gestione dei servizi. Invece, propongono di seguire l’esempio di altre regioni italiane che hanno valorizzato le società pubbliche “in house”, cioè gestite interamente dal pubblico, per garantire il controllo totale e la qualità del servizio. “La strada da percorrere è quella di rafforzare le capacità delle società pubbliche, non di svenderle a imprenditori privati”, concludono. Con il prossimo ordine del giorno, Romano e Rotellini mirano a rafforzare la posizione contro la privatizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti, chiedendo una riflessione approfondita sulle scelte che riguardano il futuro del settore e, in particolare, la tutela degli interessi dei cittadini e dei lavoratori.