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SULMONA – Dopo 96 ore, quattro giorni e cinque notti, il Morrone brucia ancora. Interventi da terra e via area al momento non hanno domato tutte le fiamme. Ma se il fuoco resta vivo anche le polemiche non scherzano. Fra accuse sulla prevenzione e la tempestività, si susseguono una serie di interventi da parte della politica. Per Gianluca Ranieri consigliere regionale del M5S “ad ogni ora perdiamo un patrimonio ambientale ed economico inestimabile che ci vorranno anni per ripristinare anche in piccola parte, ad ogni ora l’aria intorno a Sulmona” aggiunge “si satura sempre più di sostanze inquinanti con grave danno per la salute dei cittadini, ad ogni ora si fa più manifesta l’incapacità di governanti assenti e indifferenti, che non solo non sono stati in grado di programmare adeguati mezzi di prevenzione, ma che non sono in grado nemmeno di mettere in campo misure d’emergenza.”. Per Giovanni Bartolomucci responsabile del movimento CasaPound per Sulmona e la Valle Peligna: “quello del monte Morrone è un disastro annunciato, che si sarebbe potuto evitare se la nostra classe amministrativa fosse intervenuta immediatamente, attivando ogni canale per fronteggiare l’incendio”. “Noi siamo convinti che l’azione diretta dei cittadini sia la chiave di volta per la cura del territorio” interviene Sbic “la resilienza che abbiamo visto alle Marane deve essere colta, abbiamo bisogno di Sindaci, Assessori regionali e presidenti di Parchi che ascoltino i cittadini e che non si facciano bloccare dalla burocrazia”.

a.d’.a.

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