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La seconda estate covid è alle porte e per i bambini sono aumentati l’impoverimento educativo, ricreativo, formativo e, non da ultimo, relazionale. Quest’anno, più di quelli passati, l’offerta data dai centri estivi è di particolare importanza perché segue le chiusure a singhiozzo nelle scuole e precede l’impossibilità per tante famiglie di non fare vacanze perché dovranno fronteggiare anche l’impoverimento economico.
Eppure il grido d’allarme che lanciano  gli operatori dei centri estivi cittadini è fortissimo: siamo a metà maggio e il Comune non ancora fornisce certezze sulle risorse in cassa del 2020 e sulla programmazione attinente al 2021; basti pensare che l’Ente ha terminato l’anno scorso i pagamenti attinenti al 2018 e al 2019 e ha parzialmente effettuato quelli afferenti al 2020.
Le risorse ferme nelle casse del Comune sono i 172mila euro, assegnati e trasferiti, di contributi straordinari del decreto Bonetti e quota parte dei 120mila euro del piano sociale d’ambito.
Si tratta di circa 250mila euro immediatamente spendibili.
La mancata programmazione del Comune creerà difficoltà – persino economiche – non solo a tutti coloro che dovranno allestire le prossime proposte socio educative e che al momento brancolano nel buio, ma anche a tutte le famiglie aquilane che si aspettano di godere di un servizio che garantisca il benessere psicofisico e sociale dei loro figli.
Mi metto a disposizione fin da ora per aiutare l’assessorato al Sociale nelle difficoltà che evidentemente sta attraversando purché si decida di convocare subito un tavolo di coordinamento con tutti i Centri Estivi della città.
È arrivato il momento di fare autocritica e porre rimedio ai ritardi.
È arrivato il momento di pensare alle famiglie con i fatti.

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