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“Arriverà il giorno in cui nei piccoli e medi comuni si dovrà estrarre a sorte il Sindaco. È un fenomeno già avviato quello della desertificazione istituzionale e il moltiplicarsi di sindaci indagati per odiose situazioni di responsabilità oggettiva, ossia in cui indipendentemente dal comportamento del soggetto gli si imputa una violazione di norma penale, che le stesse norme costituzionali vietano, rende sempre difficile trovare compagni di viaggio per la costruzione di una lista per le elezioni comunali”: inizia così la dichiarazione di Gian Paolo Rosato, responsabile “Piccoli comuni” del Partito Democratico abruzzese, che interviene nel dibattito nazionale sull’opportunità di prevedere tutele del ruolo e delle funzioni di sindaco.  

Rosato spiega: “Un impegno civile e politico, quello del sindaco, non sempre più difficile, perché come ogni forma di impegno non è mai stato semplice, ma sempre più impossibile, tra carenza di personale, soprattutto di segretari comunali, tra le immancabili norme di bilancio che rendono impossibile la spesa di soldi che comunque si hanno in cassa, tra sovrapposizione di enti sovracomunali che rendono complesso ogni procedimento amministrativo. Gli amministratori dei piccoli e medi comuni, che hanno fatto un lavoro enorme e capillare supplendo alle carenze della politica sanitaria regionale nella campagna vaccinale, rischiano di trovarsi ogni giorno mortificati da una iscrizione nel registro degli indagati per incidenti in montagna o per fatalità non imputabili a loro. Serve il rispetto concreto di questo ruolo, servono norme che non siano uno scudo penale perché nessun amministratore lo ha mai invocato, ma che rispettino il ruolo, la dignità e il sacrificio che tante donne e uomini profondono calandosi nella trincea della prima linea delle istituzioni”.  

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