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Si riaccende in Senato lo scontro sui trattamenti pensionistici per gli ex parlamentari condannati in via definitiva e il Movimento 5 stelle scende in campo per difendere i provvedimenti anticasta adottati nella passata legislatura dai presidenti delle due Camere. Nei giorni scorsi la commissione Contenziosa di palazzo Madama ha accolto il ricorso presentato dall’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, per riottenere l’assegno pensionistico di cui era stato privato in base una delibera del 2015 voluta dall’allora presidente Pietro Grasso. Di fatto fu uno stop ai trattamenti previdenziali per tutti gli ex parlamentari condannati a pene detentive superiori ai due anni. Provvedimento analogo fu adottato anche alla Camera da Laura Boldrini. Oggi il Consiglio di presidenza di palazzo Madama, chiamato a decidere sul caso di Ottaviano del Turco, ex leader sindacale ed ex presidente della Regione Abruzzo, non riuscendo ad arrivare ad un accordo si è limitato a prendere atto della esecutività “erga omnes” della decisione sul caso Formigoni. In quell’occasione la commissione Contenziosa, presieduta dall’azzurro Giacomo Caliendo, e composta dai senatori leghisti Simone Pillon e Alessandra Riccardi (ex M5s), ha applicato una disposizione contenuta nella legge sul Reddito di Cittadinanza del 2019 che indica tassativamente i cittadini a cui va sospeso il trattamento previdenziale in coloro che, condannati in via definitiva per reati che non sono di stampo mafioso o terroristico, si siano resi latitanti o siano evasi. “Questo non è il caso di Formigoni che è agli arresti domiciliari”, ha sottolineato Caliendo specificando che non si è trattato di “una decisione politica, ma dell’applicazione di una legge”. “Il tentativo di accostare i provvedimenti del M5s a questa sentenza è maldestro e strumentale” è stata la replica del senatore 5s Gianluca Perilli. Mentre la vicepresidente del Senato, la pentastellata Paola Taverna ha dichiarato: “Questa decisione ci lascia assolutamente basiti” e ha prospettato un ricorso per sospendere e annullare la sentenza della Commissione. Ricorso che però, secondo i regolamenti interni, può essere presentato “in piena autonomia” soltanto dal segretario generale. La richiesta di ricorrere, ha spiegato inoltre il questore Laura Bottici (M5s), è stata avanzata anche considerando le conseguenze sul bilancio interno di palazzo Madama di eventuali ulteriori ricorsi. E’ evidente infatti che questa interpretazione non riguarda solo i singoli casi di Formigoni e Del Turco, ma potrebbe interessare a catena tutti gli ex parlamentari che, condannati, hanno dovuto dire addio alla loro pensione. Parliamo, tra gli altri, di Silvio Berlusconi e Cesare Previti, e degli ex deputati Toni Negri, Giuseppe Astone, Luigi Sidoti e degli ex senatori Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro. Nonché dell’ex ministro della Sanità, l’ex deputato Francesco De Lorenzo.

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