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Il presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri , dopo l’incontro on line con il direttore del Dipartimento Salute della Regione Abruzzo Claudio D’Amario, ha dichiarato: “Oggi non siamo nelle condizioni strutturali per pensare di chiudere le scuole primarie, ovvero scuole d’infanzia-asili, elementari e prima media. Fino a quanto l’indice di contagio RT resterà al dato attuale, 1,34, non ci sono le condizioni per chiudere fabbriche o aziende, quindi i genitori devono poter lavorare tranquillamente, sapendo che i propri bambini sono in aula a svolgere le proprie lezioni, e le mamme non possono essere costrette a lasciare il lavoro per occuparsi dei più piccoli che attraverso uno schermo tentano di fare lezione a distanza e non possono materialmente farlo da soli. La salute viene sicuramente prima di ogni altra cosa, ma senza terrorizzare il territorio, piuttosto adottando la scelta più giusta e adeguata alla collettività e valutando anche che ci sono differenze sostanziali tra una provincia e l’altra. Stiamo attraversando il momento delle scelte ponderate e graduali, forse le più difficili perché non possono parlare alla pancia della gente, ma devono essere dettate esclusivamente da valutazioni e considerazioni oggettivamente evidenti – ha sottolineato Sospiri. A oggi non ritengo che la chiusura delle scuole sia un provvedimento sostenibile. Ugualmente, dire che oggi chiudiamo tutto per poi riaprire a Natale, ritengo sia una strategia lungimirante, ma non possiamo ignorare che ci siano aree commerciali che, in termini economici, producono per interi territori ed è difficile oggi dire che chiudiamo di nuovo tutto senza dire chi paga, cosa paga, quanto e quando paga. A L’Aquila si sta sicuramente vivendo una situazione di criticità che a breve potrebbe arrivare anche a Pescara, ma l’impatto economico di una nuova chiusura completa sarà comunque devastante, e noi invece dobbiamo anche assicurarci che poi il singolo imprenditore commerciale possa avere effettivamente la forza di riaprire la propria bottega a Natale. Piuttosto avrei visto di buon occhio delle ordinanze severe mirate che poi i sindaci devono far rispettare in modo rigoroso, ad esempio per imporre ai cittadini di stare a casa il sabato e la domenica, o la sera una volta finito il lavoro, perché questo è il modo vero per impedire gli assembramenti”, conclude Sospiri.

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