
Le Terme di Caramanico restano al centro del dibattito politico e del futuro turistico dell’Abruzzo. A intervenire è il consigliere regionale Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio, che richiama la Regione a un impegno reale, non più solo annunciato. “Ringrazio il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri per aver ribadito che le acque resteranno a Caramanico – ha dichiarato Di Marco – ma non posso ignorare che, ad oggi, il presidente Marsilio e la sua giunta non hanno mostrato la stessa determinazione. In fase di bilancio avevo chiesto di stanziare 8 milioni di euro per acquisire tutti i lotti e garantire che le Terme restassero patrimonio degli abruzzesi. La maggioranza ha bocciato la proposta, rinunciando a una scelta coraggiosa”. Secondo Di Marco, il rischio è quello di frammentare i lotti “a compartimenti stagni”, senza una visione d’insieme. “Serve un piano industriale unitario – ha sottolineato – capace di rilanciare davvero il termalismo di Caramanico, coinvolgendo Comune, Parco della Maiella, operatori turistici e ambientali. Le Terme non sono solo un’attività economica: sono identità, occupazione, cultura e ambiente. Continuare a rimandare significa condannare Caramanico al declino, favorendo altri centri termali, ma con un potenziale molto diverso”. Il consigliere ha ricordato come in passato fosse già stato elaborato un progetto organico per il settore, con il Distretto abruzzese del benessere nato nel 2005: un piano che metteva in rete 12 comuni e puntava a rafforzare il ruolo delle aree termali come motore del turismo regionale. “Avevamo una strada chiara – conclude Di Marco – con obiettivi di breve, medio e lungo periodo: dalle strutture ricettive ai programmi di riabilitazione, dalla formazione al completamento del centro termale di Popoli. Oggi invece si rimbalza da un’asta all’altra senza una strategia. È tempo che la Regione torni ad assumersi le proprie responsabilità”.









