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SULMONA – “La città ha bisogno di autenticità e determinazione sia per la salvaguardia del presidio giudiziario che per quello ospedaliero”. Ne è convinta il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale Elisabetta Bianchi che torna all’attacco sulla difesa del Tribunale e il rilancio dell’ospedale, puntando il dito contro il Sottosegretario alla giustizia Federica Chiavaroli e il sindaco Annamaria Casini. Sul Tribunale “la prima contraddizione vivente”- per la consigliera di Forza Italia- “è il criterio normativo della salvaguardia degli uffici giudiziari nei capoluoghi di provincia che, nella nostra Regione Abruzzo, ha determinato la sopravvivenza dei Tribunali di Chieti e Pescara, dislocati a pochissima distanza l’uno dall’altro e la soppressione dei presidi di Sulmona ed Avezzano accorpati a L’Aquila, che lasciano invece sguarnito un amplissimo territorio montano, costringendo una moltitudine di popolazione ad attraversare vaste aree interne per raggiungere la loro istanza di giustizia. La seconda contraddizione riguarda la volontà pervicace del legislatore di attribuire specifiche materie giuridiche alla competenza esclusiva delle sedi giudiziarie dei capoluoghi di provincia, riducendo così le sedi sub provinciali, come quella di Sulmona, ad uffici di livello inferiore privi di dignità giurisprudenziale, applicando così lo stesso criterio per la qualificazione degli ospedali voluta dal Decreto Lorenzin, che in questo territorio con la squalificazione del nostro presidio sanitario, ha provocato molto danno alla utenza”. La Bianchi ricorda che “noi contrastiamo da sempre queste impostazioni profondamente lesive della parità di accesso dei cittadini alla giustizia ed alla sanità che devono essere equamente ripartite nel territorio. Per questo non è pensabile votare in questo collegio elettorale chi, come Federica Chiavaroli, Sottosegretario alla Giustizia, non è riuscita a contemperare con il suo governo, per i territori abruzzesi, l’eccessiva prossimità di due tribunali provinciali e la sparizione di presidi di giustizia nell’Abruzzo interno perorando ostinatamente invece patteggiamenti amministrativi disancorati da obiettivi criteri normativi e fattuali ma gestiti esclusivamente da rapporti di forze politiche tra territori senza ampio respiro ne’ ampia visione d’insieme”. Poi l’appello. “Auspichiamo”- conclude- “che la commissione regionale per la geografia giudiziaria comprenda la necessità di estendere il dibattito sulla dislocazione dei presidi di giustizia all’intero Abruzzo, ridisegnandone, con coraggio la proposta di nuove circoscrizioni più funzionali al sistema”.

Andrea D’Aurelio

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